Eurodollaro: si chiude peggior trimestre da 16 anni
Il peggior trimestre dal 1999. Causa l’avvio del piano di Quantitative Easing da parte della Banca centrale europea e il riacutizzarsi delle tensioni sul fronte greco, nei primi tre mesi dell’anno il cambio tra la moneta unica e il biglietto verde ha perso quasi 12 punti percentuali scendendo a metà mese a 1,04606, il livello minimo dal primo trimestre del 2003. Nonostante le indicazioni sostanzialmente positive arrivate oggi (l’inflazione relativa il mese di marzo è passata dal -0,3% al -0,1% tendenziale il tasso di disoccupazione a febbraio è sceso all’11,3%), la view degli analisti resta improntata al pessimismo.
Secondo un report di JPMorgan “gli orsi (i ribassisti, ndr) si confermano in ‘comfort zone’ con obiettivo 1,0072 usd (76,4% del rally 2000-2008)”. Per il Credit Agricole fattori come l’attesa di un ulteriore miglioramento della congiuntura statunitense, nuove misure di stimolo in Cina e le notizie in arrivo da Atene sono destinati a mantenere l’eurodollaro sotto pressione. “A questi-si legge in una nota dell’istituto francese- si aggiungono le aspettative di politiche monetarie divergenti e quindi qualsiasi tentativo di rialzo è destinato ad essere limitato”.
Oggi indicazioni rialziste per il biglietto verde sono arrivate dalle parole di un “falco” del calibro di Jeffrey Lacker, presidente della Federal Reserve del Distretto di Richmond. “A meno che i prossimi aggiornamenti macroeconomici non siano in forte contrasto con le stime, credo che le possibilità di un incremento dei tassi a giugno siano elevate”, ha detto Lacker nel corso di un intervento alla Camera di Commercio di Richmond. Per il governatore i dati che nelle prossime settimane andranno monitorati con particolare attenzione sono quelli relativi le spese dei consumatori e l’andamento dei redditi.