L’eurodollaro scivola ai minimi da inizio dicembre
Minimi da oltre tre mesi per le quotazioni dell’eurodollaro. Dopo le indicazioni contrastanti arrivate dall’asta italiana, nel corso del pomeriggio il cross tra la valuta unica e il greenback è stato spinto fino a 1,2923, il livello minimo da dicembre, dal dato relativo le vendite al dettaglio statunitensi, salite più delle attese a febbraio.
Nel corso della prima parte il Tesoro ha collocato quasi 7 miliardi di euro di Btp e Ccteu, poco sotto il top della forchetta d’offerta che era compresa tra 5 e 7,25 miliardi. In particolare evidenza il dato relativo i Buoni del Tesoro poliennali a 3 e 15 anni che, al di là dell’inevitabile (visto il risultato delle elezioni) incremento del rendimento (passato nel primo caso dal 2,3 al 2,48 per cento e nel secondo dal 4,805 al 4,9%), hanno deluso per quanto riguarda l’andamento della domanda.
Il rapporto di copertura (bid-to-cover) è stato di 1,284 per il triennale (dall’1,37 precedente) e di 1,278 per il Btp 2028. Indicazioni simili anche dal Ccteu che nel caso del titolo 2017 ha visto il bid-to-cover attestarsi all’1,5 e nel caso del bond con scadenza 2018 posizionarsi a 1,84. “Il sentiment rimane fragile e i timori di un ritorno delle tensioni nell’eurozona sono forti”, ha rilevato Vincenzo Longo, Market Strategist di IG.
Nel corso della prima parte l’euro è stato penalizzato anche dal dato relativo la produzione industriale, scesa dello 0,4% mensile a gennaio (consenso -0,1%). Alle 13.30 è stata invece la volta dell’aggiornamento a stelle e strisce relativo le vendite al dettaglio che, stimate in crescita di mezzo punto percentuale, a febbraio hanno messo a segno un +1,1% m/m.
“Domani le attenzioni -continua Longo- si concentreranno sulle aste a medio lungo termine spagnole che potrebbero portare lo spread Bono-Btp a invertire segno se dovessero risultare particolarmente positive”.