L’eurodollaro potrebbe riportarsi sopra 1,3

Ancora una seduta all’insegna dei rialzi per il cambio eurodollaro che dopo aver toccato venerdì scorso quota 1,25 per la prima volta dal settembre del 2012, oggi si è spinto fino a 1,2791, il livello maggiore dal 24 settembre. Il cross ha capitalizzato i verbali diffusi ieri dalla Federal Reserve relativi la riunione del 16-17 settembre.
Le minute hanno evidenziato un crescente timore per le possibili ripercussioni del rallentamento della crescita globale e del dollaro forte sull’economia degli Stati Uniti. Per quanto concerne il fattore valuta, un dollaro in ulteriore rafforzamento potrebbe danneggiare l’export statunitense e rendere più difficile il raggiungimento dell’obiettivo di inflazione a due anni.
Secondo gli analisti di Danske Bank l’attuale fase correttiva potrebbe continuare nelle prossime sedute. “A livello tecnico -si legge in una nota diffusa dall’istituto danese- la rottura al rialzo di 1,271-1,272 è particolarmente importante. Viste le minute della Fed e il posizionamento degli operatori aumenta il rischio di una correzione di breve termine che potrebbe spingere l’eurodollaro fino a 1,30/1,31”.
Allungando l’orizzonte temporale la view di Danske Bank sull’eur/usd è confermata “bearish”. “Siamo ancora rialzisti sul dollaro e ribassisti sull’euro e stimiamo l’eurodollaro a 1,25 a un mese, a 1,22 a tre mesi, a 1,20 a sei mesi e a 1,23 nel giro di 12 mesi”.