Eurodollaro consolida sopra 1,39, per analisti in arrivo nuovi rialzi
Inizio di ottava di consolidamento per il cambio tra la moneta unica e il biglietto verde. Salito giovedì scorso fino a 1,3966 dollari, il livello maggiore da due anni e mezzo, l’eurodollaro in avvio di settimana si conferma sopra quota 1,39 (1,3922) nonostante la revisione del dato relativo l’inflazione di febbraio, passato dal +0,8 al +0,7 per cento annuo.
Se confermato, il processo di disinflazione potrebbe favorire l’approvazione di nuove misure di stimolo destinate a rilanciare la crescita o, visto il recente focus posto da Draghi sull’andamento dell’euro, a indebolire la divisa di Eurolandia.
Secondo Filippo Diodovich di IG, dopo il superamento di 1,3912 l’ascesa del cross potrebbe acquisire ulteriore forza e puntare in direzione 1,4, “ultimo ostacolo da oltrepassare per dirigersi verso l’ambizioso target situato a 1,4247, picco del 27 ottobre 2011”. “Timidi segnali di debolezza -continua Diodovich – arriveranno con il cedimento di 1,3879, preludio a un possibile calo a 1,3845”.
Indicazioni rialziste da Manuel Oliveri, strategist valutario del Crédit Agricole. “A meno che la Bce non indichi che nuove misure di allentamento sono imminenti, l’euro potrebbe registrare nuovi rialzi”. E questo, secondo l’esperto dell’istituto francese, potrebbe spingere l’eur/usd sopra 1,4. Il possibile deteriorarsi della situazione in Ucraina non dovrebbe influenzare più di tanto il cross poiché, evidenzia Oliveri, “l’euro è diventato poco sensibile all’andamento della propensione al rischio”.