Eurodollaro al bivio, in arrivo una correzione?
-9,7% nell’ultimo semestre, -1,6% in un mese, -1% in cinque sedute. Uno dei leitmotiv degli ultimi mesi è stato il calo dell’eurodollaro che dopo essersi spinto a maggio a ridosso di 1,4 è stato penalizzato, venerdì ha aggiornato il minimo dall’agosto del 2012 a 1,2358 dollari, dalle differenti politiche monetarie adottate sulle due sponde dell’Atlantico: tendente alla normalizzazione negli Stati Uniti e sempre più espansiva in Eurolandia. Alla luce del recente calo, gli analisti iniziano a scommettere su un rimbalzo del cross, preludio di una nuova fase ribassista.
“Dalla scorsa primavera siamo stati ribassisti -si legge in una nota diffusa da Bank of America Merrill Lynch- ma ora ci sono segnali che ci dicono che il trend discendente è destinato a prendere una boccata d’ossigeno”. “Il completamento-continua il report di BofA- di un ciclo di cinque onde sia da inizio maggio (1,3993) che da metà ottobre (1,2888), la vicinanza del supporto di lungo termine costituito da 1,2309 usd e l’orientamento e il posizionamento del mercato, ci dicono che il trend ribassista per ora ha terminato la sua corsa”. Nelle prossime settimane, “ci attendiamo un andamento altalenante tra 1,23 e 1,30 prima che il movimento ribassista di lungo termine riparta in direzione di 1,1706 e, potenzialmente, anche più sotto”.
Dello stesso avviso Manuel Oliveri, strategist del Crédit Agricole. “Confermiamo la view secondo cui l’euro nelle prossime settimane registrerà una correzione rialzista”, sottolinea l’esperto. Un movimento attribuibile “alla stabilizzazione delle aspettative sulla politica monetaria della Bce e al fatto che i flussi di capitale potrebbero tornare positivi in vista della fine dell’anno”.
Per quanto riguarda il primo aspetto, è difficile che le attese di un ulteriore allentamento della politica monetaria continuino a crescere “in mancanza di un quantitative easing per l’acquisto di titoli sovrani” mentre nel caso dei flussi di capitale Oliveri rileva che un miglioramento del sentiment, “come evidenziato dall’indice Sentix, potrebbe rappresentare un segnale di un incremento della domanda per gli asset rischiosi denominati in euro”.