Notizie Euro, reazione sul dollaro non è fuoco di paglia. Forse il rialzo dei tassi Fed è meno vicino di quanto si pensi

Euro, reazione sul dollaro non è fuoco di paglia. Forse il rialzo dei tassi Fed è meno vicino di quanto si pensi

22 Luglio 2015 08:32

I fondamentali dell’economia sono tornati a guidare le valute dopo l’accordo tra Grecia e creditori. Janet Yellen (Fed) ha confermato il primo rialzo dei tassi entro la fine dell’anno. La data più gettonata dagli analisti è settembre  ma alcuni dati macroeconomici fanno balenare qualche dubbio. 

Con l’accordo tra Grecia e creditori il mercato è tornato a guardare ai fondamentali dell’economia e alla posizione delle Banche centrali. Da una parte Federal Reserve e Bank of England, vicine al primo rialzo dei tassi di interesse, dall’altra la Banca centrale europea e quella giapponese, impegnate in una politiche di tassi a zero e Quantitative easing ancora per un considerevole periodo di tempo.

Il presidente della Fed Janet Yellen ha confermato davanti al Congresso americano l’intenzione di rialzare i tassi di interesse entro la fine dell’anno e gli analisti rimangono convinti che le maggiori probabilità siano concentrate sulla riunione di settembre. Anche se ci sono alcuni elementi che fanno balenare almeno qualche dubbio. 

Marco Bò, portfolio manager di Alternativefinance.ch, attribuisce a questi dubbi la reazione del cambio che, nella seduta di martedì, si è riportato sopra 1,0960 dopo essere sceso fino a 1,0820 a inizio settimana: “Crediamo di non trovarci davanti a una correzione tecnica ma piuttosto che l’euro possa continuare l’apprezzamento nei confronti del dollaro”. 

Quattro i fattori a sostegno della tesi:

  • possibile spostamento da parte della Fed del rialzo tassi a causa dei dati deboli riguardo l’inflazione;
  • il membro della Fed Bullard, da sempre propenso ad alzare i tassi a settembre, è parso dubbioso a causa degli utili aziendali più deboli rispetto alle previsioni dando una percentuale al 50% sul rialzo;
  • l’inflazione potrebbe addirittura sfociare in disinflazione a causa dei nuovi ribassi segnati dal prezzo del petrolio e dai produttori di gas;
  • il rendimento del bund (correlato positivamente all’euro dollaro) continua a tenere i supporti chiave in area 0.75%.

Dal punto di vista grafico Marco Bò indica la possibilità di “posizionamento long sul cambio con stop loss a 1,071 e target a 1,11 su metà posizione e 1,1350 sulla seconda metà, alzando lo stop al prezzo di ingresso”.