L’Euro nello Scenario Macroeconomico 2012 di Intesa Sanpaolo
Pubblichiamo di seguito le previsioni sull’Euro di Intesa Sanpaolo diffuse quest’oggi nell’ambito della presentazione dello “Scenario Macroeconomico 2012” del Servizio Studi e Ricerche dell’istituto. Il testo è a cura di Asmara Jamaleh.
La crisi del debito sovrano nell’area euro ha messo fortemente alla prova l’euro nel 2011. Ciononostante, la moneta unica non è crollata. In termini di media annua è anzi salita da 1,33 (media 2010) a 1,40 EUR/USD (media 2011). A inizio anno è salita da 1,28 a 1,49 EUR/USD,
favorita anche dai due rialzi dei tassi BCE, per quattro mesi è rimasta stabile concentrando i propri movimenti nel corridoio 1,40-1,45 EUR/USD, e solo a settembre – sotto il peso dell’escalation della crisi – ha iniziato a cedere tornando a dicembre verso i minimi di gennaio, a
1,29 EUR/USD. Uno dei fattori che può aver contribuito a evitare un crollo dell’EUR/USD è stato il formarsi di un corto euro (speculativo) estremamente ampio, dell’ordine di grandezza analogo a quello della prima crisi greca (inizio 2010). Tale corto (netto) potrebbe funzionare allo stesso
modo nel futuro prossimo, prevenendo anche nel 2012 un eventuale crollo (a meno di gravi shock avversi). Questo non significa però che l’euro sia necessariamente al riparo da ulteriori ribassi.
Infatti, il fallito tentativo di trovare una soluzione pienamente soddisfacente alla crisi in occasione dell’ultimo summit UE potrebbe prolungare la fase in atto di medio/alta risk aversion, mantenendo pressioni ribassiste sul cambio. L’orizzonte 1m-3m dovrebbe rappresentare quello dove si addensa il maggiore downside (area 1,30-1,25 EUR/USD, senza escludere a priori rischi di
seppur fugaci incursioni poco sotto), sia per l’incertezza sul fronte crisi, sia perché è questo il periodo in cui la BCE dovrebbe tagliare ulteriormente i tassi. L’ampio e rapido deterioramento delle condizioni di crescita, che diventa ancora più evidente nel confronto stridente con gli Stati Uniti, sta alla base delle nostre aspettative per un cambio mediamente più basso nel 2012, intorno a 1,33 EUR/USD, rispetto all’1,40 (cambio medio) del 2011. Il fattore “crisi”, ampiamente condizionante, del resto, per la crescita, rappresenta chiaramente un fattore
ribassista. Ipotizzando tuttavia che il grado di risk aversion non si mantenga ininterrottamente elevato per un anno intero, intorno a metà anno, una volta che la BCE abbia terminato il ciclo di tagli, l’euro potrebbe recuperare parzialmente. Lo spazio di recupero dovrebbe essere limitato entro la fascia 1,35-1,40 EUR/USD. Dopodiché, per fine anno, dovrebbe andare assestandosi,
tendenzialmente verso il basso, range 1,35-1,30 EUR/USD.
L’ipotesi sottostante dello scenario centrale è che non vi sia quella che si potrebbe definire una deflagrazione della crisi. Il semplice affrontarla comunque, prima ancora di arrivare a risolverla, richiederà tempi lunghi, ben oltre l’anno. Le sfide in termini di politica economica e di riforme strutturali sono così grandi e gravose che almeno per il 2012 l’euro ne subisce tutto il peso. Infatti, i rischi allo scenario centrale sul cambio sono al ribasso, su tutto l’orizzonte previsivo. Un’incognita che agirebbe invece spostando verso l’alto (1,40-1,45) i massimi attesi dello scenario centrale 2012 e verso il basso i minimi, sarà la decisione della Fed rispettivamente di inaugurare un QE3 o di rinunciarvi.