Euro guarda a braccio di ferro Draghi-Weidmann
Quotazioni dell’euro in moderata ascesa nella prima seduta della nuova ottava. Il cross euro/dollaro viaggia poco sotto la soglia di 1,27 a quota 1,2696. La divisa unica europea è reduce dalla risalita messa a segno nel corso della scorsa ottava principalmente in virtù delle vendite che hanno caratterizzato il dollaro Usa sulla possibilità che la Federal Reserve rinvii nel tempo il primo rialzo dei tassi oltreoceano. Settimana scorsa le minute della Fed hanno evidenziato crescenti timori legati la debole congiuntura globale e alle potenziali ripercussioni di un dollaro troppo forte.
Intanto nell’Eurozona riemerge la distanza di posizioni tra Bce e Bundesbank in merito alla possibilità di mettere in campo un piano maggiori stimoli per l’economia. Nel weekend il numero uno della Bce, Mario Draghi, ha ribadito che l’Eurotower è pronta a espandere il proprio bilancio di 1.000 miliardi di euro per respingere la minaccia di deflazione. Di contro Jens Weidmann, numero uno della Bundesbank, ha detto che un valore obiettivo “non è scolpito nella pietra”.
Ostracismo della Bundesbank che rischia di condizionare l’azione della Bce contro la deflazione. “C’è un enorme conflitto in seno al Consiglio direttivo Bce sul da farsi”, rimarca oggi Joerg Kraemer, capo economista di Commerzbank AG, che ritiene comunque che alla fine Draghi avrà la meglio e il quantitative easing partirà nel corso del prossimo anno.
Sul fronte macro intanto questa settimana in Europa ci saranno in primo piano domani il dato sulla produzione industriale area euro e l’indice Zew tedesco di ottobre. L’indice calcolato dall’istituto Zew è reduce da nove cali consecutivi in scia al deterioramento della congiuntura tedesca. Il consensus degli analisti indica un nuovo calo a quota 1 dai 6,9 a cui era sceso il mese scorso.