Euro deraglia sotto quota 1,15 $ su crescenti attese QE, mai così in basso da autunno 2003
Finale di ottava con la retromarcia inserita per l’euro. La divisa unica europea ha aggiornato questo pomeriggio i minimi a oltre 11 anni contro il dollaro USA. Il cross euro/dollaro si è spinto per la prima volta dal settembre del 2003 sotto la soglia di 1,15 (minimo intraday a 1,1460). Da inizio anno l’euro è sceso di oltre il 5% rispetto al biglietto verde portando a oltre -15% il saldo degli ultimi 12 mesi.
La conferma odierna dell’inflazione in territorio negativo per l’eurozona (-0,2% annuo a dicembre, in linea con la lettura preliminare) ha alimentato ulteriormente le aspettative che la Banca centrale europea (Bce) annuncerà il 22 gennaio nuove misure di stimolo compreso l’acquisto di titoli di Stato. Una decisa accelerazione al ribasso del movimento discendente dell’euro è stata impressa ieri dalla decisione della Swiss Nationakl Bank di abbandonare il cap a 1,20 per il cross euro/chf.
Prezzi incorporano già prospettiva QE da parte della Bce
A fare da driver all’euro è primariamente l’attesa per il varo di un piano di quantitative easing da parte della Bce. “La prospettiva di un QE in senso proprio da parte della BCE è stata presumibilmente già incorporata dai prezzi di mercato”, sottolinea Asmara Jamaleh, economista di Intesa Sanpaolo specializzata in mercati valutari che rimarca inoltre come sia nel caso del Giappone che in quello del Regno Unito, la maggior parte del deprezzamento del cambio si è verificata non dopo l’annuncio dell’avvio del QE, ma nella fase di attesa precedente l’annuncio.
L’euro appare destinato a scendere ulteriormente nel breve termine anche alla luce delle possibili tensioni legate all’esito delle elezioni greche del 25 gennaio. “Tuttavia non dovrebbe scendere né di molto né per molto tempo, sia perché buona parte degli sviluppi in atto sembrano essere già stati incorporati dai prezzi di mercato, sia perché l’effetto delle recenti accelerazioni ribassiste del petrolio e dell’euro potrebbe essere asimmetrico”, argomenta l’esperta di Intesa Sanapolo che ha comunque rivisto a 1,11 dollari le previsioni a 1 mese rispetto al livello 1,16 precedentemente indicato, mentre rimangono in area 1,20 le stime a un anno.
Sul fronte macro da oltreoceano la lettura preliminare della fiducia dei consumatori statunitensi, calcolata dall’Università del Michigan, ha evidenziato a gennaio un nuovo balzo a 98,2 punti rispetto ai 93,6 punti della precedente rilevazione. Il consensus degli analisti era fermo a 94,1 punti.