Notizie Euro, con elezioni Grecia possibile un ulteriore scrollone del 3-5% (analisti)

Euro, con elezioni Grecia possibile un ulteriore scrollone del 3-5% (analisti)

9 Gennaio 2015 11:02

Filotto record di ribassi per l’euro che ieri ha completato un filotto di 10 ribassi giornalieri consecutivi contro il dollaro, la striscia negativa più lunga dalla sua creazione del 1999, andando a toccare i minimi a oltre 9 anni. Negli ultimi sei mesi la divisa unica europea si è svalutata di oltre il 13% sul dollaro Usa scivolando in area 1,18 dollari e un ulteriore calo del 15% porterebbe il cross alla parità, livello sopra il quale la coppia di valute si è sempre saldamente mantenuta dal dicembre 2002 in avanti.

Il consensus Bloomberg vede l’euro/dollaro scendere in area 1,15 dollari a fine 2015, ma progressivamente le stime si stanno aggiornando al ribasso e ad esempio gli analisti di Ing non escludono una discesa fino alla parità o anche sotto nell’arco di due anni. Banca d’affari olandese che lo scorso anno era stata buona profeta circa ‘andamento per l’euro/dollaro indicando una profonda discesa fino a 1,20 per fine 2014. 

Focus sempre su Bce e Atene

L’euro negli ultimi mesi è stato trainato al ribasso da due importanti catalyst: la prospettiva di un QE da parte della Bce e la nuova crisi greca. Quest’ultima, secondo gli esperti di Ing, da novembre a oggi ha impattato tra l’1% e il 4% sulla discesa dell’euro. In vista delle elezioni anticipate del 25 gennaio, l’effetto Atene potrebbe tradursi in un  ulteriore discesa dell’euro: potenzialmente un altro 3-5% di cali per l’euro/dollaro – rimarca Chris Turner di Ing – specialmente se Syriza dovesse vincere”. Per quanto concerne invece l’operato della Bce, gli esperti di Ing ritengono che nella conferenza stampa del 22 gennaio Mario Draghi annuncerà il QE comprendente l’acquisto di titoli di Stato con i dettagli che però arriveranno solo nel meeting di marzo. Guardando invece oltreoceano, il crollo dei prezzi del petrolio “porterà l’inflazione in negativo negli Stati Uniti all’inizio di quest’anno inducendo la Fed a posticipare il primo rialzo dei tassi al terzo trimestre dell’anno – rimarca Turner – ed è per questo che riteniamo che la maggior parte del calo dell’euro/dollaro si verificherà nella seconda metà dell’anno”.