Eurispes: made in Italy non basta ad arginare la crisi, oltre 30% italiani fatica ad arrivare a fine mese
In settori tradizionali del Made in Italy e del lusso quali tessile-abbigliamento, calzature, arredamento e nautica. Siamo riusciti a creare nuove specializzazioni, come nella meccanica; nei prodotti a forte innovazione, nelle tecnologie per l’edilizia e nella chimica farmaceutica. Nel 1999, rimarca l’Eurispes, eravamo al quinto posto nella Ue a 27 per saldo commerciale normalizzato nei manufatti. Oggi siamo al terzo posto. “Tutto questo — rimarca il presidente dell’Eurispes, Gian Maria Fara — nonostante gli ostacoli, i ritardi, i mille impedimenti che lo Stato pone a chi decide di avviare una qualsiasi attività imprenditoriale, attraverso una pressione fiscale insopportabile, una burocrazia pervasiva e ossessionata dal regime del controllo e della concessione in luogo del diritto”.
Dall’indagine effettuata dal’Eurispes tra il 13 dicembre 2013 e il 4 gennaio 2014 spicca che il 30,8% non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate. Per questa domanda è stato registrato un tasso di non risposta decisamente alto (12%) che potrebbe indicare un disagio maggiore rispetto a quello rilevato. Tra quanti arrivano comunque alla fine mese non manca chi, il 51,8%, vi riesce soltanto utilizzando i propri risparmi. Tentare di risparmiare qualcosa risulta praticamente impossibile per tre italiani su quattro (74,7%). Sul versante delle difficoltà incontrate dagli intervistati nel pagamento delle rate del mutuo o nel saldo mensile dell’affitto per la casa, si registra nel primo caso un disagio che tocca il 29,1% e, nel secondo, il 26,8%. Il numero di quanti hanno preferito non indicare una risposta precisa tocca livelli elevati (rispettivamente il 21,5% e il 30%) tali da far ritenere più alta la quota di chi ha difficoltà a far fronte all’impegno mensile per saldare la rata del mutuo o l’affitto della propria casa. Le regioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno dove si manifesta la più alta concentrazione di chi non arriva a fine mese (41,9% per il Sud) o di essere costretti per questo scopo ad utilizzare i propri risparmi (il 64% per il Sud e il 58,9% per le Isole). Disoccupati o inoccupati, ovvero in cerca di nuova o prima occupazione si confermano le categorie maggiormente in difficoltà, incapaci di arrivare a fine mese rispettivamente nel 44% e nel 48% dei casi oppure costretti ad utilizzare i propri risparmi, nel 72% e nel 68% dei casi.
Dall’indagine condotta dall’Eurispes emerge un pessimismo generalizzato sulla situazione economica. L’88,1% degli italiani ritiene che la condizione economica dell’Italia negli ultimi 12 mesi sia totalmente o parzialmente peggiorata, in aumento di 8,1 punti percentuali rispetto all’analoga rilevazione del 2013. Continua, quindi, il trend negativo che caratterizza le opinioni degli italiani nell’arco degli ultimi dieci anni a esclusione di una momentanea battuta d’arresto nel 2007, anno dopo il quale il tasso dei pessimisti ricomincia ad aumentare e a mantenere nel tempo un trend di crescita. Aumenta invece, confermando l’andamento dal 2012 (3,9%), la quota di quanti ritengono che la situazione sia rimasta inalterata, passata dal 7,5% del 2013 all’8,5% del 2014..
Il 69,9% degli italiani nell’ultimo anno denota una perdita del proprio potere di acquisto (24,1% “molto” e il 45,8% “abbastanza”). Il 25,1% ha riscontrato invece una riduzione minima della capacità di fare acquisti attraverso le proprie entrate. Solo il 4,5% non ha dovuto affatto affrontare questo problema.
Taglio alle spese su regali, ristoranti e abbigliamento
Su che cosa in particolare risparmiano gli italiani? Se l’84,3% riduce le risorse destinate ai regali, l’81% taglia le spese per i pasti fuori casa e il 75,3% privilegia l’acquisto di prodotti di abbigliamento presso punti vendita più economici come grandi magazzini, mercatini, outlet. L’82,9% aspetta i saldi per acquistare. Per quanto riguarda l’acquisto di generi alimentari, si cambia marca di un prodotto se più conveniente (75,9%) o ci si rivolge ai discount (58%). Nei casi di recessione, si riducono naturalmente le spese superflue come quelle per il tempo libero (76,8%), i viaggi e le vacanze (72,3%) e l’estetista/parrucchiere (77,8%). In molti (71,6%) tagliano anche le spese per articoli tecnologici. Se gli italiani preferiscono ridurre il superfluo sono però restii a fare ricorso al mercato dell’usato (25,9%). Per risparmiare, il 44% effettua acquisti online o utilizza i mezzi pubblici (40,9%) riducendo le spese dell’auto e in particolare quelle della benzina.
Gli italiani dichiarano di aver limitato le uscite fuori casa (78,5%) e di andare più spesso a pranzo/cena dai propri genitori (41%). Abitudine diffusa anche quella di portarsi al lavoro il pranzo da casa (42,7%). E la casa sta tornando ad essere un luogo di ritrovo, dove ci si riunisce per una cena con gli amici, al posto della pizzeria o del ristorante (66,8%), o semplicemente per guardare un film in dvd/in streaming, piuttosto che andare al cinema (66,6%).
Il 74,3% dei lavoratori italiani è stressato, il 14,2% è stato vittima di mobbing, il 75,6% non si sente sicuro del proprio posto, il 63,4% non può fare progetti per il futuro, il 36,3% si trasferirebbe all’estero per cercare opportunità lavorative.