ETF, volumi di trading ancora distanti da quelli del mercato Usa
I volumi degli scambi con gli ETF in Europa risultano ancora molto lontani da quelli che caratterizzano il mercato Usa. Dal Monthly ETF Market Review curato da Deutsche Bank emerge che in Europa il turnover sugli ETF a fine settembre risulta pari al 6,9% del turnover sull’equity nell’area europea, in calo dal 7,6% di fine agosto e decisamente inferiore al 23,2% nello stesso periodo per il mercato degli ETF statunitense. “La spiccata differenza tra Stati Uniti ed Europa a livello di volumi – ha spiegato Andrew Bosomworth, managing director & head of Portfolio Management di Pimco – si spiega certamente nel maggiore coinvolgimento negli Stati Uniti degli investitori retail rispetto all’Europa. Il trading sugli ETF è molto più diffuso oltreoceano e inoltre i costi di transazione risultano più bassi”. In generale a settembre il turnover sugli ETF in Europa è salito dell’8% rispetto ad agosto, mantenendosi però il 3% sotto la media del 2012. Come evidenziato dal grafico a fianco, in media negli Usa il volume di trading giornaliero sugli ETF è pari a oltre 50 mld di dollari rispetto ai 3 mld di dollari in Europa. Divario spiegato dalla maggiore dimensione del mercato Usa (circa 5 volte quello europeo a livello di AuM), ma che se rapportato alle masse gestite gli scambi rappresentano il 5% dell’AuM negli Usa e solo l’1% in Europa. Stefano Caleffi, responsabile per l’Italia di Source, nel corso di una presentazione sul mercato degli ETF tenuta a Milano da Source ha posto l’accento sul fatto che il mercato statunitense non è solo più grande rispetto a quello europeo, ma anche decisamente più concentrato con due soli mercati in cui sono scambiati gli ETF rispetto ai 23 mercati europei che vedono la presenza di 39 emittenti rispetto ai soli 32 degli Usa. Guardando al mercato italiano, a settembre il controvalore totale degli scambi in ETF ed ETC/ETN è salito a 5,49 mld di euro dai 4,27 mld di fine agosto con 239.788 contratti conclusi. L’ETFPlus si conferma il mercato più “caldo” a livello europeo per numero di scambi con un maggiore coinvolgimento degli investitori retail. Quest’anno gli scambi sono pari a oltre il 12% degli scambi sul mercato azionario italiano dal solo 2% del 2007. Il trading con gli ETF in Italia è stato argomento di discussione nel corso della prima giornata del Morningstar ETF Invest Conference Europe. “Il connubio tra ETF e trading è nato con la crisi Lehman Brothers – ha sottolineato Marcello Chelli, referente per l’Italia dei Lyxor ETF – che ha contribuito a portare alla ribalta l’utilità degli ETF a leva e short per gestire al meglio i picchi di volatilità, sia come strumento di copertura sia per trading speculativo di breve”. A Milano gli ETF i prodotti long e short a leva 2 su Ftse Mib proposti da Lyxor ormai da oltre 3 anni si confermano i più scambiati ogni mese per contratti e controvalore. “Con il trading si rischia di farsi male soprattutto in riferimento ai prodotti a leva – ha rimarcato Mauro Giangrande, responsabile della piattaforma db X-trackers di Deutsche Bank per l’Italia – e pertanto risulta importante il metodo con cui si fa trading”. Di certo nel caso degli ETF i costi risultano molto limitati anche per operazioni di trading frequenti con lo spread medio su Borsa Italiana che risulta di soli 17 punti base.