Notizie Notizie Italia Era Morelli ai titoli di coda, Monte Paschi inciampa sui conti. In arrivo novità su tre fronti chiave

Era Morelli ai titoli di coda, Monte Paschi inciampa sui conti. In arrivo novità su tre fronti chiave

7 Febbraio 2020 14:28

Si avvicinano settimane importanti per il futuro di Banca Mps e appare molto probabile anche un cambio ai vertici. Altri due passaggi importanti sono la cessione di immobili e soprattutto il possibile via libera dell’UE alla cessione di Npl per circa 10 mld ad Amco. Il cda odierno ha certificato un altro anno complicato per la banca con una perdita di oltre un miliardo complici le svalutazioni DTA apportate nell’ultimo quarter. I conti non si sono comunque discostati di molto dalle attese della vigilia con il titolo che ha ritracciato (-2,8% al momento) rispetto al quasi +5% a cui viaggiava prima del release dei conti. Prese di beneficio fisiologiche considerando che il titolo veleggiava sui massimi da ottobre 2018 dopo il rally di oltre +30% Ytd.

Il bilancio 2019 dovrebbe essere l’ultimo con Marco Morelli a guida della banca. Gli ultimi rumor vedono la maggioranza compatta nel propendere per un  cambio ai vertici della banca. Il Tesoro potrebbe quindi decidere di rimpiazzare l’attuale ceo Marco Morelli e il presidente Stefania Bariatti. La decisione potrebbe arrivare entro fine di febbraio, in tempo per l’assemblea in programma il 6 aprile e chiamata a indicare il nuovo cda. 

“Se gli azionisti vogliono cambiare management sono liberi di farlo”, ha tagliato corto Morelli che ha ricordato di aver avuto a che fare con tre governi diversi e anche stavolta spiegherà “quello che la banca ha fatto” al ministro dell’Economia che sarà poi chiamato a tirare le somme. Sul dossier aperti, Morilli ha rimarcato che nei prossimi giorni ci saranno novità sul fronte cessioni di immobili, mentre si aspettano comunicazioni formali sull’esito della trattativa tra Tesoro e Bruxelles relativa alla cessione di una quota importante degli Npl ad Amco, la ex Sga interamente controllata dal Tesoro.

Tutti i numeri 2019 

Il bilancio 2019 evidenzia una perdita netta di 1,033 miliardi di euro a fronte di un utile netto di 279 mln di euro conseguito nel 2018. A spingere in rosso i conti della banca è stata la revisione del valore delle DTA (Deferred Tax Asset) per 1,2 miliardi. 

La maxi-svalutazione ha portato a un quarto trimestre 2019 in perdita per 1,219 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con il rosso di 1,23 miliardi di euro indicato dal consensus Bloomberg. I ricavi trimestarli di 862,9 milini sono invece andati oltre le stime che erano ferme a 754,5 milioni di euro.


I ricavi complessivi 2019 sono stati pari a 3.223 mln di euro, in calo del 2% rispetto all’anno precedente a seguito della flessione del margine di interesse e delle commissioni nette e del peggioramento degli altri proventi e oneri di gestione solo parzialmente compensati dal miglioramento degli altri ricavi della gestione finanziaria.

Il risultato operativo netto a fine 2019 risulta di 323 mln (+3,3%). Il margine di interesse si è attestato a 1.501 milioni (-13,9% a/a) impattato, oltre che dalle dinamiche commerciali, anche dalle attività poste in essere per rispettare i commitment del Piano di Ristrutturazione (cessione di crediti deteriorati, vendita di MP Belgio, unwinding di MP Banque, emissioni istituzionali), che spiegano circa la metà della riduzione del margine di interesse.

Le commissioni ammontano a 1.450 milioni di euro, in calo del 4,8% a/a, mentre gli oneri operativi si sono attestati a 2.290 milioni di euro, in calo -2,6% a/a, confermando il trend di contenimento in atto da alcuni anni (-12,7% da dicembre 2016).

Prosegue la riduzione dello stock dei crediti deteriorati lordi, scesi di 4,9 miliardi nell’anno. Sono state ridotte/cedute inadempienze probabili per circa 2 miliardi di euro (di cui 0,5 miliardi di euro nel quarto trimestre) e cedute sofferenze per circa 2,7 miliardi di euro (di cui 1,9 miliardi nel quarto trimestre).

A livello di ratio patrimoniali, al 31 dicembre 2019 il Common Equity Tier 1 Ratio si è attestato al 14,7% rispetto al 13,7% di fine 2018; il Total Capital Ratio è risultato pari al 16,7%, che si confronta con il valore del 15,2% registrato a fine dicembre 2018.

Attese novità da Ue per sbloccare risiko 

Intanto le indiscrezioni degli ultimi giorni hanno acceso i riflettori su possibili novità sul fronte Npl, con l’UE che potrebbe presto dare il suo via libera alla cessione di un maxi-portafoglio di NPE di circa 10 miliardi (sui 12,5 mld totali).

Post cessione della maggioranza delle sofferenze, MPS tornerebbe un asset appetibile in chiave M&A. Il Tesoro – azionista di riferimento con il 68% del capitale – aveva strappato una proroga ai primi mesi di quest’anno del termine di fine 2019 che era stato fissato con l’UE per la presentazione del piano di uscita dal capitsale della banca (da ultimare entro fine 2021).

Tra i possibili freni ai possibili interessati a Mps permane il rischio cause legali. ll petitum, ovvero le richieste totali di risarcimento formulate contro la banca, ammontano a fine terzo trimestre a 4,7 miliardi, di cui, secondo MPS, 2,3 miliardi configurano rischi probabili (500 milioni accantonati), 1,4 miliardi rischi possibili e 1 miliardo rischi remoti (nessun accantonamento).