Eni: utile netto adjusted a 1,19 mld nel I trimestre, in calo ma oltre le attese
Un primo trimestre in calo ma oltre le attese per Eni. Il colosso petrolifero italiano ha riportato nei primi tre mesi del 2014 un utile netto adjusted (al netto delle componenti straordinarie) in calo del 14,3% a 1,19 miliardi di euro dagli 1,39 miliardi registrati nell’analogo periodo dell’anno scorso. Il risultato è però superiore agli 1,16 miliardi stimati in media dagli analisti interpellati da Bloomberg. L’utile netto è ammontato a 1,3 miliardi, in contrazione del 15,6% rispetto a dodici mesi fa mentre l’utile operativo adjusted del primo trimestre si è attestato a quota 3,49 miliardi, in flessione del 6,8% su base annua. Flessione quest’ultima dovuta – spiega Eni in una nota – alle Divisioni Exploration & Production (-13,7%), a causa della flessione del prezzo del petrolio (-3,9% per il riferimento Brent) e dell’apprezzamento dell’euro rispetto al dollaro (+3,7%), e Refining & Marketing (-66,4%) penalizzata dal continuo deterioramento dello scenario di raffinazione e della domanda di carburanti. Anche il settore Ingegneria & Costruzioni ha registrato un calo di utile operativo (-37,3%) per effetto dei minori margini delle commesse in fase di completamento. Questi andamenti negativi sono stati parzialmente compensati dal significativo miglioramento ottenuto dalla Divisione Gas & Power (da una perdita operativa di 211 milioni nel primo trimestre 2013 a un utile operativo di 241 milioni nel trimestre 2014).
Gli investimenti tecnici di 2,54 miliardi di euro hanno riguardato principalmente lo sviluppo di giacimenti di idrocarburi e i progetti di ricerca esplorativa. L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2014 è pari a 13,8 miliardi di euro con una riduzione di 1,16 miliardi rispetto a fine 2013 che riflette il flusso di cassa netto dell’attività operativa di 2,15 miliardi.
Nel primo trimestre la produzione di idrocarburi è stata di 1,583 milioni di barili al giorno. Il confronto con il primo trimestre 2013 su base omogenea, ossia con esclusione dell’effetto del disinvestimento degli asset in Siberia (26 mila barili al giorno), evidenzia un incremento dello 0,6% che beneficia dell’entrata a regime di giacimenti nel Regno Unito e Algeria, che hanno più che compensato le riduzioni dovute al perdurare delle condizioni di instabilità politica in Libia e i declini delle produzioni mature. Per quanto riguarda le vendite di gas naturale queste sono state di 26,76 miliardi di metri cubi, con una flessione di 3,41 miliardi di metri cubi rispetto al primo trimestre 2013 (-11,3%).
Eni, in riferimento all’outlook per il 2014, parlo di uno scenario competitivo che rimarrà sfidante, a causa del perdurare dei deboli fondamentali nelle industrie europee del gas, della raffinazione e della chimica. Quest’anno il management prevede un livello di spending per gli investimenti sostanzialmente in linea rispetto al 2013 (12,80 miliardi l’ammontare degli investimenti tecnici e 0,32 miliardi quello di investimenti finanziari del consuntivo 2013). La produzione di idrocarburi è prevista sostanzialmente in linea rispetto al 2013 al netto dell’effetto della cessione dell’interest Eni nella joint venture Artic Russia mentre le vendite di gas sono attese in leggera flessione rispetto al 2013 anche a causa del clima mite registrato nel trimestre.
“Nel primo trimestre 2014 Eni ha ottenuto risultati solidi in un mercato ancora difficile, grazie al buon andamento di E&P e ai progressi compiuti nei business mid e downstream, in particolare con la rinegoziazione del contratto di fornitura del gas con Statoil”, commenta Paolo Scaroni, amministratore delegato di Eni. “L’outlook per il 2014 è in linea con quanto previsto, beneficiando del ramp-up dei nuovi progetti e delle azioni di ristrutturazione in G&P, R&M e Chimica in un contesto di perdurante volatilità in Libia e di debolezza della domanda europea”.