Eni: torna il caos in Libia, chiuso il gasdotto Greenstream. Titolo debole a Piazza Affari

Il caos libico torna a farsi sentire per l’Eni che già nei conti del terzo trimestre aveva pagato la situazione instabile del Paese nordafricano. Il gasdotto sottomarino Greenstream, 520 chilometri che collegano i giacimenti libici di Mellitah alla costa siciliana (Gela), è stato chiuso per motivi di sicurezza. Come riportato dalle principali agenzie di stampa, gruppi armati metterebbero a rischio la sicurezza dei lavoratori. Ieri sera l’Ad del colosso petrolifero, Paolo Scaroni, ha cercato di smorzare le tensioni dichiarando che al momento non esistono problemi di approvvigionamento per l’Italia.
Attraverso il Greenstream passa circa il 10% dei consumi italiani di gas, che ieri sera arrivava ancora al terminal di Gela. Si tratta del gas residuo presente nei 520 chilometri del più lungo gasdotto sottomarino mai realizzato nel Mediterraneo. La notizia si è fatta sentire a Piazza Affari anche se il titolo del Cane a sei zampe limita i danni sul paniere principale con un ribasso di oltre mezzo punto percentuale a 17,92 euro.
Le nuove proteste nell’area di Mellitah, a circa 60 chilometri dalla capitale Tripoli, si aggiungono alle rivolte avvenute quest’estate dei lavoratori dei maggiori siti petroliferi del Paese. Il governo libico ha fatto sapere che queste proteste hanno causato perdite per circa 130 milioni di dollari al giorno per un’economia che è fortemente dipendente dalla produzione petrolifera.