Eni: secondo trimestre atteso in rosso, ma peggio ormai alle spalle
La big italiana del petrolio pubblicherà i conti del secondo trimestre 2020 il 31 luglio mattina a mercati chiusi.
Nel complesso gli analisti si attendono conti sotto pressione, a causa del forte calo delle quotazioni del petrolio anno su anno. Infatti, nel secondo trimestre 2020 il Brent mediamente si è attestato a 33 dollari, contro i circa 68 dollari al barile del pari trimestre 2019 (-51% a/a). I livelli del petrolio del secondo trimestre infatti sono al di sotto del livello di break-even di cassa (pari a circa 50 dollari al barile) e anche ben al di sotto del livello di break-even dell’Ebit che, per la divisione E&P, è circa a 40 dollari. Sulla divisione E&P non ha inciso solo il crollo dei prezzi del petrolio, ma anche un calo dei volumi. Aspetto legato principalmente ai tagli Opec, al fatto che diversi giacimenti nel periodo sono andati a regime ridotto a causa del lock down e poi anche per la diluizione degli investimenti in un periodo più lungo rispetto a quanto preventivato. Quest’ultimo aspetto impatterà ovviamente anche sui prossimi trimestri. Purtroppo, gli analisti si attendono risultati deboli anche le altre divisioni. R&M dovrebbe essere in perdita sia per le pressioni sui volumi che sui margini e la chimica per problemi di marginalità (attese per -0,06 miliardi). Gli analisti stimano l’Ebit adjusted della divisione in rosso di 0,05 miliardi. G&P, secondo il mercato, dovrebbe chiudere il quarter in pari (0,01 miliardi). Per quanto riguarda il core business, ovvero l’Exploration & Production, il peggio comunque dovrebbe essere passato e con il petrolio ai livelli attuali intorno ai 40 dollari, Eni dovrebbe essere a pareggio sulla gestione operativa. Per il secondo trimestre 2020 la divisione E&P, secondo il consensus, dovrebbe segnare un risultato negativo di 430 milioni. Oltre a focalizzarsi sui conti il mercato presterà particolare attenzione ad eventuali news sulla guidance societaria.
Secondo il mercato l’Ebit adjusted di gruppo dovrebbe attestarsi in rosso per 650 milioni, in netto calo rispetto ai 2,28 miliardi del pari periodo 2019. La perdita netta adjusted dovrebbe invece ammontare a 930 milioni. La produzione di idrocarburi invece è stimata a 1.692 kboe/g, -7,2%.
Ricordiamo che nel complesso su Eni prevalgono i buy degli analisti. Di 32 analisti che seguono il titolo (Bloomberg) 14 raccomandano il buy e 13 l’hold. Cinque analisti consigliano di vendere. Il target price medio è a 10,26 euro, con un rendimento potenziale del 21%.