Eni, Marcegaglia: rischi crescita in contesto new normal. Petrolio: auspico estensione accordo Opec-non Opec
Prende il via oggi, 13 aprile 2017, l’assemblea degli azionisti di Eni. A dare il via all’evento, è la presidente di Eni, Emma Marcegaglia.
“Siete oggi chiamati a pronunciarvi sul bilancio e la distribuzione degli utili di esercizio, a nominare il consiglio di amministrazione, il collegio sindacale, i rispettivi presidenti e su altri punti in materia di remunerazione. Questa assemblea è particolarmente significativi perchè segna la fine del mandato degli organi sociali e un nuovo inizio”.
Marcegaglia pone l’accento sull’importanza della continuità:
“La continuità è fondamentale per un’azienda come Eni, che opera in un business in cui si è obbligati a pensare al medio-lungo termine”.
Il presidente Marcegaglia passa a illustrare le condizioni in cui versa l’economia mondiale e le sfide che deve fronteggiare:
“L’economia mondiale – dopo un 2016 che ha registrato un +3,1% – dovrebbe crescere al 3,4% (nel 2017) e 3,6% (nel 2018). Tutte le principali aree economiche vedranno un miglioramento della crescita rispetto al 2016. Permangono tuttavia incertezze e rischi che potrebbero minare la crescita. Incertezze, instabilità, drastici cambiamenti di scenari sembrano essere diventati una sorta di “new normal”.
“In Europa la crescita sta accelerando, sono stati creati 3 milioni di posti di lavoro, ma ancora rimane alto il tasso di disoccupazione e permangono elementi di grande incertezza, pensiamo alla ‘Brexit’ o alle elezioni politiche in molti stati europei. Anche in Italia la crescita è tornata all’1%; la disoccupazione è un po’ calata ma si attesta ancora all’11,5% circa. Siamo purtroppo tra i paesi che crescono meno in Europa. A fronte di un miglioramento dei dati economici rimangono anche nel nostro paese grandi incertezze”.
Riguardo al “panorama energetico”, Marcegaglia sottolinea che: “dopo la fase ribassista, che ha caratterizzato gli ultimi tre anni, in cui il prezzo del petrolio è sceso fino a 27 dollari (valore minimo da 12 anni), oggi la cooperazione tra i paesi Opec e non Opec rappresenta buon segnale verso una rinnovata ricerca di stabilizzazione di mercato. A valle dell’accordo del 30 novembre scorso (e di quello successivo con i produttori non Opec), i mercati sembrano più positivi, ma restano comunque molto volatili. Nel breve termine l’accordo sembra tenere, afferma ancora il presidente Marcegaglia, ma l’andamento degli “stock”, che si stanno riducendo -seppur lentamente – fa nascere dubbi sull’efficacia degli interventi. La natura graduale del bilanciamento del mercato renderebbe opportuna una estensione dell’accordo oltre al mese di giugno e di questo stanno discutendo i principali attori in gioco”.