ENI: Equita elenca i pro e i contro nella voglia di crescere in Norvegia

Giornata positiva a Piazza Affari per Eni. Il titolo del gruppo del Cane a sei Zampe segna un balzo di oltre l’1% in scia alla notizia dell’a possibile acquisizione degli asset norvegesi di Exxon. Lo stesso colosso oil statunitense ha confermato di essere in trattative esclusive con Var Energi – la controllata di ENI in Norvegia – per disinvestire gli asset upstream nel paese. Le prime indiscrezioni di stampa parlavano di un importo fino a 4 miliardi di dollari. La maggioranza degli asset di Exxon in Norvegia sono partecipazioni di minoranza in campi produttivi dove principalmente non ha il ruolo di operatore (svolto da Shell o Equinor). Nel 2017, la produzione di Exxon in Norvegia era di circa 170 kboed. Var Enrgi – controllata al 69,6% da ENI, ma consolidata ad equity – diventerebbe il secondo operatore Norvegese con una produzione di 300-350 kboed. La produzione di ENI in Norvegia nel 2018 era di 134kboed.
La view di Equita sim che conferma Buy
Gli analisti di Equita Sim, che hanno giudizio Buy su Eni, elencano tre elementi a favore del deal e tre contrari. Tra gli elementi a favore c’è che è sinergica con l’attività di Var Energi; In secondo luogo aggiunge maggior esposizione ad un area geografica stabile e a minor rischio rispetto al portafoglio esistente; terzo, permette di aggiungere redditività immediata al portafoglio (EPS accretive), dato la bassa leva finanziaria di bilancio.
Tuttavia l’acquisizione incrementerebbe ulteriormente l’esposizione di ENI al segmento upstream, che è preponderante sugli utili (il 90% del EBIT); Inoltre, esporrebbe maggiormente ENI ad un area in declino produttivo; Terzo e ultimo punto, non fornirebbe il ruolo di operatore sui campi in oggetto, mentre ENI solitamente riesce ad estrarre valore nei campi da lei gestiti con elevate percentuali di partecipazione.
“L’acquisizione può avere implicazioni positive per il titolo se migliorasse il FCF yield di ENI post deal – concludono gli analisti di Equita – . Se assumessimo $10/boe di FCF a $60/bbl Brent per il portafoglio norvegese di XOM, l`acquisizione avverrebbe ad un FCF yield del ~13% nel primo esercizio vs il 10% di ENI sulle nostre stime FY19”.