Eni: analisti attendono novità su dividendo, a fine mese la trimestrale
Si avvicina per Eni l’appuntamento con i risultati trimestrali che verranno diffusi a fine luglio. Il calendario finanziario del Cane a sei zampe indica che i risultati del secondo trimestre 2021 e la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2021, con la previsione dell’acconto sul dividendo per l’esercizio 2021, verranno discussi dal consiglio di amministrazione il prossimo 29 luglio. Il giorno successivo, il 30 luglio, è invece prevista la diffusione del comunicato stampa e la conference call con gli analisti.
Credit Suisse: fare chiarezza su dividendo
Presentando i risultati del primo trimestre Eni ha anticipato che a fine luglio, in occasione dell’interim report, comunicherà l’aggiornamento della previsione del Brent di riferimento 2021 che contribuirà alla determinazione della componente variabile del dividendo e della possibile riattivazione del buy-back nel 2021. “Al floor dividend di 0,36 euro per azione, verrà sommata una componente variabile di valore crescente a partire da un Brent di riferimento pari a 43 dollari al barile. Il buy-back sarà attivato a partire da un Brent di riferimento di 56 dollari al barile”, si legge nella presentazione dell’outlook 2021.
Sulla questione cedola si sono ampiamente soffermati oggi gli analisti di Credit Suisse in un report dedicato ad Eni dal titolo “Getting clarity on the dividend with 2Q21” (Fare chiarezza sul dividendo con il secondo trimestre 2021). In vista della pubblicazione della trimestrale, gli esperti di Credit Suisse confermano la raccomandazione neutral sul titolo del gruppo energetico guidato da Claudio Descalzi e il target price di 12,5 euro in vista della trimestrale. “Dal punto di vista finanziario, il secondo trimestre del 2021 non è un trimestre da alimentare l’entusiasmo”, osservano gli esperti che concentrano sul tema dividendo.
“Eni fornirà un aggiornamento sul livello del prezzo del Brent per il 2021; questo è importante in quanto il prezzo del petrolio determina il livello del dividendo e del buyback“, segnalano da Credit Suisse ricordando che “durante la prima parte del 2021 il prezzo medio del Brent è stato di poco inferiore a circa 65 dollari al barile, con la curva forward attualmente in media superiore a 70 dollari”. Eni non ha condiviso la formula che utilizzerà per determinare il prezzo del petrolio 2021, ma sia i prezzi attuali sia quelli spot avranno probabilmente un certo ruolo. “Supponendo che Eni opti per 65 dollari al barile nel 2021 (qualcosa di meno sarebbe deludente, secondo la nostra analisi), questo offrirebbe agli investitori un dividendo base più un variabile di 86 centesimi, ossia un rendimento di circa l’8,5%”, scrivono gli esperti della banca svizzera, definendolo il loro scenario di base.
Tra i catalyst di breve per Eni, Credit Suisse ricorda i risultati del secondo trimestre e l’aggiornamento sul dividendo/buyback e precisa che “i rischi riguardano i risultati del trimestre, se Eni scegliesse di utilizzare un prezzo del petrolio Brent inferiore a 65 dollari al barile”.
La view degli analisti: rendimento potenziale con upside del 16,4%
Da inizio anno il titolo è salito di oltre il 17%. In media il consensus raccolto da Bloomberg indica per Eni un prezzo obiettivo a 11,69 euro con potenziale upside del 16,4%% circa. Il consensus degli analisti su Bloomberg indica il 53,1% di giudizi Buy e il 37,5% Hold, mentre il 9,4% si posiziona sul Sell.
Scenario petrolio
Seduta sotto pressione per il petrolio che perde terreno. Ieri l’IEA che ha avvertito circa il rischio di una forte carenza di offerta che può comportare nuovi rialzi dei prezzi e l’ulteriore aumento delle pressioni inflattive, possibile minaccia alla fragile ripresa economica globale. “Sebbene vi sia incertezza sull’Opec+, vi sono anche preoccupazioni sulla domanda, dato il numero crescente di casi di Covid-19 in diverse regioni con la diffusione della variante Delta”, segnalano gli esperti di ING aggiungendo che in Asia, dove i tassi di vaccinazione rimangono relativamente bassi, si sta assistendo alle azioni di diversi governi che inaspriscono le restrizioni nel tentativo di rallentare la diffusione. “Il mercato ha mantenuto una visione ottimistica sulla ripresa della domanda, ma chiaramente ci sono alcuni rischi reali per cui la ripresa non sarà così rapida come molti avevano pronosticato”, aggiungono.