Enel: cessioni in Irlanda e Bulgaria gli ultimi tasselli per portare il debito a 45 miliardi
Enel prosegue nel suo programma di dismissioni per centrare l’obiettivo più volte annunciato dall’amministratore delegato, Fulvio Conti: il debito del colosso elettrico scenderà a quota 45 miliardi alla fine del 2010. L’ultimo pezzo messo in vendita sono gli asset irlandesi di Endesa, acquistati dal gruppo spagnolo nel gennaio 2009 per 450 milioni di euro, che vantano una capacità termoelettrica installata di 1.068 MW. “Crediamo che la vendita delle attività irlandesi è guidata solamente dalla necessità di fare cassa per raggiungere il target di debito, anche se probabilmente è il periodo peggiore per trovare un compratore”, segnalano gli analisti di Banca Akros.
Per raggiungere il target del debito a 45 miliardi di euro, Enel è inoltre in procinto di vendere la centrale bulgara di Maritza per circa 500-600 milioni di euro. A fine settembre l’indebitamento finanziario della società romana si era attestato a 49,8 miliardi di euro, ma la quotazione della controllata Enel Green Power e l’ottimizzazione del portafoglio hanno ridotto il debito a 46,6 miliardi di euro. Durante l’estate, inoltre, Enel aveva ceduto la rete elettrica spagnola a Red Electrica de Espagna per 1,5 miliardi di euro e la rete spagnola di distribuzione gas a due fondi facenti capo a Goldman Sachs per circa 800 milioni di euro.
La notizia della messa in vendita di Endesa Ireland non ha però scaldato il titolo Enel a Piazza Affari, che lascia sul parterre l’1,02% a 3,63 euro. “Noi confermiamo la raccomandazione neutrale sull’azione con target price a 4,60 euro”, si legge nella nota odierna di Banca Akros. Secondo il broker il target del debito è ad un passo dal raggiungimento, ma al momento “la vendita degli asset irlandesi si trova in un contesto che potrebbe mostrare notevoli difficoltà”.