Effetto Villeroy, frasi su QE e tassi Bce rafforzano euro. Spread sotto controllo, la view di Nomura
“La fine degli acquisti di asset sta per arrivare, e se accadrà a settembre o a dicembre non è un interrogativo esistenziale”. Parola di Francois Villeroy de Galhau, governatore della Banca di Francia e membro del Consiglio direttivo della Bce. Villeroy informa che la Bce potrebbe fornire presto una nuova guidance su quando potrebbe essere pronta a varare, oltre alla fine del piano di Quantitative easing, anche il primo rialzo dei tassi. L’euro reagisce alle parole del funzionario dell’Eurotower, e segna un rialzo, per ora non poderoso (dello 0,33% circa), salendo fino a $1,1983 e riproiettandosi verso la soglia di $1,20.
“Chiaramente, noi interpretiamo l’attuale rallentamento dell’inflazione come un fattore temporaneo, e ci aspettiamo che l’inflazione torni a salire nell’arco dei prossimi mesi – ha detto Villeroy – l’inflazione sottostante dell’Eurozona è destinata a rafforzarsi, a prescindere dalle fluttuazioni di breve termine dei prezzi energetici“.
Sul fronte tassi, così come ha più volte ribadito il numero uno Mario Draghi, questi rimarranno ai livelli attuali per un “periodo di tempo esteso, e ben oltre l’orizzonte degli acquisti degli asset su base netta” (dunque, ben oltre il QE).
In ogni caso, riguardo a quello che “sarà il primo rialzo dei tassi, potremmo dare una ulteriore guidance sul timing”. Detto questo, Villeroy ha fatto una importante precisazione.
Stando a quanto riportato da Reuters, il banchiere ha tenuto a precisare, infatti, che la frase ‘ben oltre’ deve essere interpretata come ‘ben oltre qualche trimestre’ e non come ‘ben oltre qualche anno”. “Un’altra guidance che sarà fornita -ha aggiunto – riguarderà l’outlook sull’inflazione”.
Se le frasi del banchiere sostengono l’euro, per ora non ci sono grandi scossoni sui rendimenti dei BTP, nonostante le preoccupazioni di diversi analisti sul futuro politico dell’Italia.
I tassi sui BTP italiani – che negli ultimi anni hanno imboccato il trend ribassista soprattutto grazie al QE della Bce, definito non per niente scudo BTP – rimangono oggi a un livello inferiore i recenti massimi delle ultime sei settimane, testati nelle ultime sessioni.
“I mercati non stanno mostrando segnali di nervosismo, con gli investitori che guardano agli acquisti dei bond della Bce”, ha commentato a Reuters Jason Simpson, strategist dei tassi presso Société Générale, a Londra. Acquisti che per ora rimangono, anche se le parole di Villeroy dovrebbero mettere sull’attenti trader e investitori.
Probabilmente il mercato attende il vero market mover della giornata, ovvero le dichiarazioni che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella proferirà dopo aver concluso il giro di consultazioni con il M5S e la Lega, apparentemente pronti a prendere le redini del governo.
E Nomura spiega la tenuta dei bond italiani con il fatto che, a dispetto delle crescenti preoccupazioni sulle manovre di politica monetaria espansiva a cui punterebbe un eventuale esecutivo M5S-Lega, il debito italiano presenta tassi tra i più alti nell’area del debito sovrano con rating investment grade in Europa, in un contesto di bassa volatilità.
Intanto lo spread accelera al ribasso: il trend si spiega tuttavia non con un forte calo dei tassi sui BTP, ma con il balzo dei tassi sui Bund, superiore a +7%, allo 0,60%. I rendimenti decennali italiani avanzano anch’essi, ma molto di meno, fattore che permette al differenziale di contrarsi: il rialzo dei tassi sui BTP decennali è di oltre +1%, all’1,91%. Il risultato è che lo spread arretra di oltre 1 punto percentuale, a 130,80, dopo essere balzato a un record intraday di 134,70.