L’effetto-Fed spinge il cable ai massimi dal 2008
Da un lato una banca centrale che potrebbe stupire, dall’altro una che ieri ha ribadito che il costo del denaro resterà ai minimi storici per parecchio tempo. Nel primo caso l’economia viaggia a vele spiegate, nel secondo zoppica un po’. Indicazioni divergenti quelle arrivate nelle ultime sedute da Gran Bretagna e Stati Uniti che sul valutario si stanno traducendo in un rialzo del cambio sterlina/dollaro, il “cable”, che poco fa si è spinto ai massimi dal quarto trimestre del 2008 a 1,7062 usd.
Nell’ultimo mese l’incrocio tra la moneta d’oltremanica e il biglietto verde ha guadagnato l’1,4% mentre il saldo trimestrale evidenzia un +3,1%. “Una chiusura sopra 1,7 dovrebbe bastare per convincere i rialzisti a incrementare le posizioni lunghe”, ha dichiarato Stan Shamu di IG.
Dalle minute del meeting della Bank of England del 4-5 giugno è emerso che “in assenza di pressioni inflazionistiche, saranno necessarie indicazioni supplementari di un riassorbimento della capacità produttiva inutilizzata prima di incrementare il costo del denaro” visto che una mossa prematura “potrebbe comportare un costo considerevole in termini di perdita di output”. Ieri invece il n.1 dell’istituto con sede a Washington, Janet Yellen, ha rimarcato che i tassi rimarranno bassi per un “considerevole periodo di tempo” dopo la conclusione dei piano di acquisto asset.
Non solo BoE e Fed. Oggi si è riunito anche il board della Swiss national Bank che ha confermato il tasso di riferimento della confederazione in quota 0-0,25% e il “floor”, il livello minimo nel cambio con l’euro, a 1,2 franchi. Il cap sarà difeso con la massima determinazione, ha fatto sapere l’istituto guidato da Thomas Jordan, anche perché c’è da “contrastare l’impatto del taglio del costo del denaro da parte della Bce”.
Nonostante la determinazione della Snb, l’incrocio con la moneta unica oggi si è spinto ai minimi da oltre due mesi a 1,2151 chf. “Nuovi interventi della Snb sul mercato valutario non possono essere esclusi prima della fine dell’anno anche se alla luce dell’attuale dimensione del bilancio dell’istituto dubitiamo che possano essere realizzate operazioni simili a quelli del 2010”, ha detto Julien Manceaux di Ing.