Effetto banche sui mercati europei, ma per gli analisti è il momento di prendere posizione
Effetto banche a Piazza Affari e su tutti i principali mercati europei a causa dei timori di un aumento di capitale da parte di Deutsche Bank. L’istituto tedesco secondo diversi organi di stampa starebbe considerando di mettere in piedi un’operazione di aumento capitale fino a 9 miliardi di euro. La ricapitalizzazione potrebbe essere utilizzata per incrementare il peso in Postbank, di cui Deutsche Bank possiede già il 30% del capitale. Ma non solo. L’aumento di capitale servirebbe anche a rafforzare i coefficienti patrimoniali dell’istituto in vista dell’introduzione delle nuove regole sul sistema creditizio nell’ambito di Basilea 3. Quanto basta per dare scacco matto al settore finanziario della Vecchia Europa.
A Parigi e a Francoforte le vendite non risparmiano nessuna banca. Se il Credit Agricole cede il 2,19% a 10,70, Commerzback accusa una flessione del 2,78% a 6,267 euro. Anche a Milano gli istituti non si mettono in salvo. Intesa SanPaolo perde l’1,53% a 2,415 euro, Unicredit arretra dell’1,66% a 1,957 euro. Giù le Popolari: se Bpm limita i danni con un calo dello 0,34% a 3,62 euro, il Banco Popolare segna un ribasso dell’1,63% a 4,6825 euro. Mentre Mps scivola dello 0,98% a 1,0009 euro.
Eppure al di là della debacle odierna, c’è chi consiglia nervi saldi e di prendere in considerazione il settore finanziario. E’ il caso degli esperti di Equita sim, convinti che “l’enorme sottopeso sulle banche sia diventato ormai insostenibile perché l’economia non andrà in recessione e quindi un P/TE sotto una volta è ingiustificato”.
E dalle parole gli esperti sono passati subito ai fatti. Il broker spiega di aver recentemente aumentato il suo sovrappeso sulle banche, adducendo diversi motivi a sostegno del cambio di strategia. Primo non vedono un rischio di double-dip. Anzi, a loro avviso l’economia europea sta registrando un andamento migliore delle attese. “Non si è mai vista recessione in una situazione come quella attuale caratterizzata da scorte/investimenti ai minimi, basso leverage, pendenza della curva elevata”, sottolineano gli analisti.
Secondo punto, gli utili saranno in forte accelerazione. Gli esperti di Equita sim stimano, infatti, che ci sarà una crescita media annua di circa il 39% sul fronte earnings tra il 2011 e il 2012 grazie all’inversione di tendenza del margine di interesse e alla lenta normalizzazione degli accantonamenti su crediti. “In presenza di utili in netto miglioramento e RoTE che supera la barriera del 10% lo sconto sul tangible non più giustificato”.
Terzo e ultimo: il livello minimo di Core tier1 dovrebbe essere fissato al 6,5-7% e attorno all’8% a partire dal 2013, ossia su valori del tutto gestibili. Operativamente quindi cosa fare? I pesi massimi del settore banking nel portafoglio di Equita sono il Banco Popolare, Mediobanca, Ubi e Unicredit. Con la scommessa sottintesa che “la ripresa dell’economia, il graduale aumento dell’Euribor, con il conseguente miglioramento della profittabilità nel segmento retail, possa portare le banche a trattare a premio sul book value e a chiudere il gap con i loro competitors europei”.