Notizie Notizie Italia “E’ il coronavirus il vero Cigno Nero per il petrolio. E peggio deve ancora arrivare”

“E’ il coronavirus il vero Cigno Nero per il petrolio. E peggio deve ancora arrivare”

11 Febbraio 2020 08:09

Il diffondersi del coronavirus è “un vero cigno nero” per i mercati del petrolio. E’ quanto ha avvertito Warren Pies, analista di Ned Davis Research, facendo riferimento al calo dei prezzi del petrolio crude che, a suo avviso, è lontano dall’essersi concluso.

Da segnalare che, nella sessione di ieri, le quotazioni del contratto WTI scambiato a New York sono scivolate al minimo in 13 mesi. I sell si spiegano con le preoccupazioni dei trader sull’impatto che il coronavirus avrà sull’economia cinese, e su come la domanda di petrolio del paese potrà, di conseguenza, contrarsi con il rallentamento dei consumi.

Già oggi, in realtà, la voglia di recupero è tangibile, visto che il contratto WTI scambiato sul Nymex di New York sale dell’1,5% riagguantando la soglia dei 50 dollari bucata alla vigilia, e le quotazioni del Brent avanzano dell’1,63% a $54,13.

Ma, come avverte Margaret Yang, market analyst presso CMC Markets, in un’intervista a Reuters, “il recupero potrebbe durare poco, visto che è probabile che la domanda cinese di energia rimanga debole nel breve termine, a causa dell’impatto del virus“.

L’auspicio è che “l’Opec + e la Russia si facciano avanti con un piano coerente di tagli (all’offerta) per sostenere i prezzi del petrolio”. Sui motivi del rally delle ultime ore, “è il sentiment positivo nei mercati asiatici ad aver dato una spinta alle quotazioni”.

Per Edward Moya, senior market analyst presso OANDA, anche lui intervistato da Reuters “l’Opec + sembra essere intrappolata, tuttavia, in una modalità wait-and-see...la Russia può farcela con un petrolio a 40 dollari e, di conseguenza, potrebbe non essere così ansiosa di raggiungere un accordo con gli altri membri dell’Opec+ nel decidere a favore di un altro taglio di 600.000 barili al giorno”.

Tornando a Pies – che definisce il coronavirus il vero cigno nero per il settore oil & energy – lo strategist di Ned Davis Research ritiene che il peggio per i mercati del petrolio non sia ancora finito.

D’altronde, la domanda cinese di petrolio ha già imboccato il trend discendente a causa del diffondersi del virus, scendendo di 2-3 milioni di barili al giorno. Si teme praticamente che non solo non ci sarà alcuna crescita della domanda, durante il 2020, ma, anche, che le domanda si contrarrà.

Già alla fine di gennaio Pies aveva rivisto al ribasso l’outlook sul petrolio da “bullish” a “neutral”. Ora, il migliore scenario che paventa è quello di un “ulteriore debolezza dei titoli delle società attive nel crude oil e nel mercato energetico, prima che tutto ciò finisca”.

Detto questo, l’analista intravede opportunità di acquisto, più avanti nel corso dell’anno, per i gruppi che operano nel midstream.

Pies ha messo anche in guardia chi cerca di fare paragoni tra l’epidemia Sars nel 2003 e il coronavirus, o chi cerca di fare previsioni sulla velocità di contagio del cosiddetto virus di Wuhan (dal nome della città capitale della provincia di Huebei, focolaio del coronavirus):

Cresce intanto il bilancio delle vittime del coronavirus in Cina. Le autorità di Pechino hanno reso noto che il numero dei morti è salito a 1.016, e che i casi confermati di persone infettate sono 42.638.

Non è tra l’altro di conforto la storia, secondo cui, i prezzi del petrolio potrebbero capitolare di un altro -10%, dopo essere scivolati già del 20% nell’ultimo mese, entrando ufficialmente in mercato orso. Va ricordato che ieri il contratto WTI è capitolato al di sotto della soglia di 50 dollari al barile per la prima volta in più di un anno.