Notizie Notizie Mondo Dublino si siede al tavolo delle trattative con Fmi, Bce e Ue e le Borse ringraziano

Dublino si siede al tavolo delle trattative con Fmi, Bce e Ue e le Borse ringraziano

17 Novembre 2010 11:02


Partono domani i colloqui fra l’Irlanda e gli esperti della Commissione Ue, della Banca centrale europea e del Fondo monetario internazionale per il sostegno finanziario al Paese. E’ il primo ministro irlandese Brian Lenihan in un’intervista all’emittente televisiva pubblica Rte a lanciare la notizia, ribadendo che i ministri delle Finanze dell’area euro sono pronti ad adottare qualsiasi misura sarà necessaria.

 

Dopo un avvio all’insegna dell’incertezza, le Borse europee prendono coraggio e adesso ad eccezione di Londra che resta piatta (+0,03%, scambiano tutte in territorio positivo. A Milano il Ftse Mib sale dello 0,65%, Parigi guadagna lo 0,7%, Francoforte lo 0,56%, la Spagna lo 0,57%. Anche Lisbona agguanta un +0,63%.

Da domani la macchina della diplomazia si metterà in marcia, ufficialmente. La missione, composta di rappresentanti della Bce, della Commissione europea e dell’Fmi, sarà incaricata di “esaminare i problemi strutturali delle banche irlandesi alla luce delle pressioni recenti sui mercati e di valutare quello che serve fare, perché le questioni bancarie sono difficili e tecniche”, ha spiegato Lenihan, precisando che non è stato fissato alcun termine per la loro conclusione, anche se le discussioni hanno un carattere “d’urgenza”.


Arrivato ieri sera a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo, dopo che il premier Brian Cowen aveva ancora una volta escluso il ricorso all’aiuto europeo, il ministro delle Finanze irlandese ha incassato il sostegno dei Paesi dell’eurozona alla sua “strategia di bilancio per i prossimi quattro anni” che dovrebbe riportare il deficit al 3% entro il 2014.


Sul mercato però si respira ottimismo. “La crisi del debito dei Paesi periferici è tornata d’attualità, ancora. Il rischio che l’Irlanda, o qualche altro Paese della periferia, possa attivare il fondo da 750 miliardi di euro predisposto da Unione europea e Fondo monetario internazionale è possibile. Ma si tratta di un rischio che non dovrebbe essere imminente”, ritiene Holger Schmieding, capoeconomista di Berenberg. “Le attuali turbolenze sono solo un leggero ricordo delle turbolenze finanziarie di aprile e maggio, quando la crisi della Grecia travolse le Borse”. In questo momento, segnala l’esperto, l’Europa ha predisposto un meccanismo per rispondere immediatamente alla situazione d’emergenza se necessario. Dunque al bando i nervi scoperti.


“I mercati hanno dato segnali di nervosismo – gli fa eco Fabio Fois, european economist di Barclays Capital a Finanza.com – Adesso è sempre più probabile lo scenario che l’Irlanda decida di ricorrere agli aiuti del Fondo Monetario Internazionale e della Commissione europea, anche se ha in cassa “liquidità” per coprire il primo semestre 2011″. Secondo l’economista nel medio periodo si può pertanto rimanere ottimisti sullo stock market in quanto la liquidità iniettata dalla Fed è destinata a sostenere i mercati.

Dietro le quinte qualcosa in effetti si starebbe già muovendo per risolvere la sindrome irlandese che sta tenendo in ostaggio da qualche giorno i mercati. Secondo le ultime indiscrezioni, il governo di Dublino starebbe trattando per attivare un pacchetto di aiuti che potrebbe arrivare a quota 100 miliardi di euro, di cui metà a sostegno delle banche e metà dei conti pubblici su cui pesa un deficit del 32 per cento. Nel caso in cui l’Irlanda e altri Stati in difficoltà si decidessero a chiedere un aiuto a tutto campo, la rete anticrisi messo a punto nel maggio scorso è pronta a scattare.


E’ in grado di mobilitare fino a 750 miliardi di euro. Ad essere attivato inizialmente potrebbe essere il fondo Ue da 60 miliardi di euro, su proposta della Commissione europea. In un secondo momento potrebbe poi intervenire lo European financial stability facility (Efsf), con la sua dote di 440 miliardi di euro. Infine è possibile anche un intervento dell’Fmi, previsto fino a 250 miliardi di euro.