Dublino si siede al tavolo delle trattative con Fmi, Bce e Ue e le Borse ringraziano
Da domani la macchina della diplomazia si metterà in marcia, ufficialmente. La missione, composta di rappresentanti della Bce, della Commissione europea e dell’Fmi, sarà incaricata di “esaminare i problemi strutturali delle banche irlandesi alla luce delle pressioni recenti sui mercati e di valutare quello che serve fare, perché le questioni bancarie sono difficili e tecniche”, ha spiegato Lenihan, precisando che non è stato fissato alcun termine per la loro conclusione, anche se le discussioni hanno un carattere “d’urgenza”. Arrivato ieri sera a Bruxelles per la riunione dell’Eurogruppo, dopo che il premier Brian Cowen aveva ancora una volta escluso il ricorso all’aiuto europeo, il ministro delle Finanze irlandese ha incassato il sostegno dei Paesi dell’eurozona alla sua “strategia di bilancio per i prossimi quattro anni” che dovrebbe riportare il deficit al 3% entro il 2014. Sul mercato però si respira ottimismo. “La crisi del debito dei Paesi periferici è tornata d’attualità, ancora. Il rischio che l’Irlanda, o qualche altro Paese della periferia, possa attivare il fondo da 750 miliardi di euro predisposto da Unione europea e Fondo monetario internazionale è possibile. Ma si tratta di un rischio che non dovrebbe essere imminente”, ritiene Holger Schmieding, capoeconomista di Berenberg. “Le attuali turbolenze sono solo un leggero ricordo delle turbolenze finanziarie di aprile e maggio, quando la crisi della Grecia travolse le Borse”. In questo momento, segnala l’esperto, l’Europa ha predisposto un meccanismo per rispondere immediatamente alla situazione d’emergenza se necessario. Dunque al bando i nervi scoperti. Dietro le quinte qualcosa in effetti si starebbe già muovendo per risolvere la sindrome irlandese che sta tenendo in ostaggio da qualche giorno i mercati. Secondo le ultime indiscrezioni, il governo di Dublino starebbe trattando per attivare un pacchetto di aiuti che potrebbe arrivare a quota 100 miliardi di euro, di cui metà a sostegno delle banche e metà dei conti pubblici su cui pesa un deficit del 32 per cento. Nel caso in cui l’Irlanda e altri Stati in difficoltà si decidessero a chiedere un aiuto a tutto campo, la rete anticrisi messo a punto nel maggio scorso è pronta a scattare. E’ in grado di mobilitare fino a 750 miliardi di euro. Ad essere attivato inizialmente potrebbe essere il fondo Ue da 60 miliardi di euro, su proposta della Commissione europea. In un secondo momento potrebbe poi intervenire lo European financial stability facility (Efsf), con la sua dote di 440 miliardi di euro. Infine è possibile anche un intervento dell’Fmi, previsto fino a 250 miliardi di euro.