Draghi: possibile taglio tassi a giugno, non vogliamo rassegnarci a una bassa inflazione
Una mossa della Banca centrale europea (Bce), e dunque un possibile taglio dei tassi, potrebbe avvenire già nella prossima riunione di giugno. Lo ha dichiarato il presidente della Bce, Mario Draghi, che nel corso della conferenza stampa a Bruxelles ha detto: “Potremo intervenire se necessario la prossima volta”. “Non ci vogliamo rassegnare a una bassa inflazione – ha spiegato Draghi – Non siamo contenti della strada che sta prendendo”. Per questo, “dopo aver visto le nuove stime di giugno, potremo intervenire se necessario”. E sebbene non specificata, l’azione più probabile che la Bce potrà mettere in atto nel prossimo meeting è rappresentata da un taglio dei tassi di interesse, attualmente fermi allo 0,25%. L’ultima sforbiciata è avvenuta a novembre 2013. Non sono comunque escluse misure non convenzionali. Nella riunione del consiglio direttivo, infatti, è stata unanime la decisione di intervenire con strumenti non convenzionali se necessario in futuro.
Preoccupano inflazione bassa ed euro elevato
L’inflazione nella zona euro è lievemente migliorata ad aprile attestandosi allo 0,7% su base annua, ma sotto le attese del mercato che si aspettava salisse allo 0,8%. E nei prossimi mesi, la situazione non sembra destinata a cambiare. La Bce ha infatti ribadito le sue previsioni di bassa inflazione per un lungo periodo di tempo. In particolare, “la situazione di debolezza dell’inflazione – ha detto Draghi – proseguirà nel 2015 fino a inizio 2016”. A preoccupare il consiglio direttivo della Bce è anche il rafforzamento dell’euro, che in questi ultimi giorni si è avvicinato alla soglia degli 1,40. Sebbene non sia un diretto obiettivo della politica monetaria della Bce, il cambio è importante per la stabilità dei prezzi, senza considerare che ha impatti negativi sulle esportazioni e dunque sulla ripresa economica. “La forza dell’euro è motivo di forte preoccupazione”, ha dichiarato Draghi. Proprio l’apprezzamento della valuta europea figura tra i rischi elencati per la ripresa economica europea, insieme ai rischi geopolitici (in primis la crisi in Ucraina) e un rallentamento della domanda interna.
L’apertura di Draghi su un possibile taglio dei tassi di interesse a giugno ha impattato immediatamente sul mercato dei cambi, con l’euro che dai massimi è sceso in picchiata. In pochi minuti il cross euro/dollaro si è spinto fino a 1,3993 sui massimi dall’ottobre del 2011 per poi scivolare sotto 1,39 dopo le parole di Draghi su una possibile azione della Bce il prossimo mese.