Notizie Casa Il downgrade di Standard&Poors colpisce anche i mutui per la casa

Il downgrade di Standard&Poors colpisce anche i mutui per la casa

22 Settembre 2011 09:39

A rettifica di quanto pubblicato ieri:

Il taglio di rating del debito italiano ha colpito anche il il cost of funding delle banche italiane e quindi anche i mutui residenziali. È l’osservazione di Stefano Rossini, AD di MutuiSupermarket.it, che sottolinea come un downgrade fosse atteso solo per ottobre-novembre, e come quindi la decisione di S&P sia arrivata come un fulmine a ciel sereno sulle prospettive di crescita per il nostro Paese, rischiando di riflettersi, nei prossimi mesi, sulla disponibilità e sul costo dei finanziamenti per privati e famiglie.
“Il cammino al rialzo degli spread applicati da parte delle banche”, afferma Rossini, “è un cammino iniziato già da qualche mese a questa parte, e si riflettono sulle offerte mutuo. Da giugno a settembre gli spread tra le migliori offerte sono aumentati mediamente di 10 centesimi per il tasso variabile e di 35-40 centesimi per il tasso fisso (simulazioni effettuate su un mutuo acquisto casa per 140.000 euro e durata 20 anni)”. A giugno infatti i migliori mutui ventennali a tasso fisso erano all’1,25%, mentre quelli a settembre si attestano all’1,65%. Per quanto riguarda i mutui ventennali a tasso variabile, la differenza è tra l’1,20 e l’1,30%. Per quanto riguarda i mutui trentennali a tasso fisso, invece, i tassi a giugno erano dell’1,35% mentre a settembre hanno raggiunto l’1,70%; quelli a tasso variabile, invece, da giugno a settembre sono passati dall’1,35% all’1,45%.
“L’effetto sui tassi finiti”, continua Rossini, “somma dello spread e degli indici di riferimento Euribor per i tassi variabili e IRS per i tassi fissi, non è risultato particolarmente evidente per i nuovi mutuatari solo per il semplice fatto che nell’ultimo mese l’Euribor è diminuito di circa 10 centesimi e l’IRS (a 20 anni) è diminuito di circa 40 centesimi (oltre l’1% invece da aprile 2011). Sino a che gli indici di riferimento continueranno ad andare in “retromarcia”, l’aumento dello spread sarà assorbito e l’impatto finale per il consumatore sarà limitato. Nel caso in cui nei prossimi mesi si dovesse assistere ad un ulteriore aumento degli spread da parte delle banche l’impatto sul tasso finale potrebbe essere sicuramente più evidente.”