Dopo Draghi niente sarà più come prima: cosa cambia per Btp e Borse con il bazooka della Bce
Decisioni di portata storica. Discesa in campo pesantissima. Freno definitivo alla speculazione.
Il Draghi-show di ieri e l’ok all’acquisto illimitato di titoli di Stato hanno le carte in regola, secondo gli analisti, per cambiare faccia alla crisi del debito in Europa.
“Draghi ha avvertito il mercato di non scommettere contro l’Euro”, spiega Pierre Olivier Beffy, Chief Economist di Exane BNP Paribas e “la decisione segna l’inizio di un trend che dovrebbe ridurre la frammentazione del mercato e facilitare, almeno un po’, l’accesso al credito in alcuni paesi periferici”.
Quello di un miglioramento delle condizioni a cui famiglie e imprese potranno avere accesso al credito è un tema ricorrente tra i commenti degli analisti, ma non l’unico.
“Le decisioni prese oggi dalla BCE hanno portata storica”, dice Pio De Gregorio, Responsabile Business Analysis di Centrobanca, che aggiunge: “Il ritorno di fiducia, il calo dei tassi, la ripresa del sistema bancario consentirebbero di rilanciare le economie dei Paesi sotto stress, attualmente tutte in fase recessiva. Finalmente, quindi, sono state create le prime vere premesse per uscire dal tunnel”.
Per gli analisti di Equita infine la Bce è entrata pesantemente in campo e questo porterà lo spread Btp/Bund e il Ftse Mib almeno ai livelli del marzo scorso. Con il differenziale di rendimento che scenderà a circa 300 punti base e i titoli finanziari a tirare la volta dei listini azionari.
Ecco il circolo virtuoso che potrebbe avviarsi dopo gli interventi della Bce secondo De Gregorio:
Gli acquisti della BCE sul mercato secondario dei titoli di stato dei Paesi sotto stress fanno abbassare il loro rendimento, portandolo a livelli tali da contenere gli oneri finanziari dovuti sui titoli di nuova emissione.
Le migliori prospettive di consolidamento dei conti pubblici riducono il rischio di default.
Calano ulteriormente i rendimenti dei titoli di stato dei Paesi attualmente sotto stress, migliorando le prospettive di risanamento fiscale (che continua sotto il monitoraggio attento della stessa BCE, oltre che delle altre autorità europee).
Il calo delle tensioni sui titoli di stato dei Paesi sotto stress fa diminuire anche i timori di ‘break-up’ dell’Eurozona. Di conseguenza cala il premio per il rischio che i Paesi sotto stress attualmente pagano per il timore che possano uscire dall’Euro. Ciò consente un ulteriore calo dei rendimenti oggi corrisposti dai loro titoli di stato, con benefici addizionali sui futuri oneri per interessi.
Il nuovo calo della spesa futura per interessi, insieme al proseguimento del processo fondamentale di aggiustamento dei conti pubblici, produce un ulteriore miglioramento del quadro prospettico.
Di conseguenza si allontanano ancor più, allo stesso tempo, sia i timori di default di alcuni dei Paesi membri dell’Eurozona, sia i timori che in conseguenza di ciò la stessa moneta unica europea possa dissolversi.
L’effetto congiunto produce nuovi benefici sui tassi di interesse dei Paesi oggi sotto stress.
In questo scenario, anche il sistema bancario europeo potrebbe superare rapidamente le difficoltà attuali.