Donne: in Europa più numerose degli uomini, ma meno coinvolte nella società
Seppur più numerose degli uomini, le donne d’Europa sono meno coinvolte nella vita sociale e civile. A dirlo non è una femminista paranoica, ma fonti ufficiali con tanto di statistiche che oggi, giornata internazionale della donna, si sprecano. L’8 marzo vuole ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne e la mimosa, che fiorisce proprio in questi giorni, vuole rappresentare questo augurio.
La popolazione rosa
Una ricerca dell’Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea, rileva che tra i Paesi Ue ci sono 245 milioni di uomini contro 257 milioni di donne (dati aggiornati al 2011), ossia per ogni 100 uomini corrispondono 105 donne. Ma la maggioranza del gentil sesso aumenta con l’avanzare dell’età: oltre i 65 anni, per ogni 100 uomini si contano 138 donne.
Sempre l’ufficio statistico europeo mostra come in tutti i Paesi membri la proporzione di donne minacciate da povertà o dall’esclusione sociale è superiore rispetto a quella degli uomini. E l’Italia, in questo ambito, vince il triste primato con la più forte differenza, seguita dall’Austria e poi dalla Slovenia. La debolezza femminile si riscontra anche in ambito professionale. Il tasso di occupazione delle donne tra i 25 e i 64 anni si attesta al 63,8% contro il 77,5% di quello dei colleghi maschi. Una differenza di quasi il 14%.
In Italia
Guardando entro i confini nazionali, si rileva che il tasso di occupazione nel Mezzogiorno è di solo 3 donne su 10 e al Centro-Nord, dove il tasso di occupazione femminile è più elevato (55%), il divario con il tasso maschile è di circa 18 punti percentuali. La ricerca, pubblicata da Bankitalia, mette inoltre in evidenza che oltre 2 milioni di giovani oggi non studiano, non lavorano e non partecipano a un’attività formativa, di questi 1,2 milioni appartengono al gentil sesso. E le donne sono la maggioranza sia tra coloro che, pur disponibili a lavorare, non cercano attivamente un’opportunità di impiego perché ritengono di non avere sufficienti probabilità di trovarlo, sia tra coloro che sono attivamente alla ricerca di un’occupazione. “Recuperare i divari rispetto alla partecipazione al mercato del lavoro femminile – ha commentato Ignazio Visco, governatore della Banca d’Italia – alla mancata valorizzazione di queste competenze, trasformare una grave debolezza in una straordinaria opportunità è un obiettivo che non possiamo non porci”.