Notizie Casa Domotica: gli immobili “intelligenti” sono soprattutto in Trentino

Domotica: gli immobili “intelligenti” sono soprattutto in Trentino

25 Gennaio 2012 16:10

Gli Italiani amano sempre più la domotica, tanto che ormai quasi il 60% degli immobili di nuova costruzione ha perlomeno un elemento di automazione che permette di risparmiare fatica, ma soprattutto soldi. Già, perché secondo quanto calcolato dall’Ufficio Studi di Immobiliare.it, che ha analizzato gli oltre 700.000 annunci italiani pubblicati sul suo sito, a fronte di una spesa iniziale che può variare dai 10.000 ai 50.000 euro, il risparmio sulla bolletta può arrivare fino al 20%.
L’automatizzazione degli ambienti del vivere quotidiano comprende elementi di domotica di base – si va dalla climatizzazione ai sistemi d’apertura e di chiusura automatica di porte, finestre, tapparelle e tende da sole – ed elementi più complessi (e più costosi): parliamo di antifurti e strumenti di telesorveglianza, di coordinamento per il funzionamento degli elettrodomestici e per la distribuzione dell’energia elettrica, anche in caso di emergenza.
Se si osservano i dati nello specifico, si può vedere come la domotica di base rappresenti il 43% delle automazioni sul territorio nazionale, mentre quella avanzata arrivi al 16%. Ancora maggiori sono i numeri delle grandi città, dove se la domotica avanzata è presente nel 18% degli immobili di nuova costruzione quella di base è presente nel 45%. Ancora meglio nelle metropoli del Nord Italia, dove le percentuali salgono rispettivamente al 21% e al 49%.
La regione italiana più domotica, secondo l’analisi di Immobiliare.it, è il Trentino Alto Adige, dove il 78% degli immobili di nuova costruzione ha almeno un elemento di domotica di base o avanzata. A seguire si trovano la Valle d’Aosta (63%), il Veneto (61%), la Lombardia (60%) e il Piemonte (55%).
Il Sud, invece, è ancora molto lontano dal poter vantare una giusta proporzione di immobili “intelligenti”. Solo la Sardegna supera a fatica il 15%, mentre tutte le altre aree del meridione hanno percentuali molto basse, con i picchi negativi della Basilicata (7%) e della Sicilia (11%).