Dollaro in rialzo, guarda alla Fed. Yen soffre prospettiva elezioni anticipate in Giappone
Acquisti sul dollaro, con la valuta che beneficia dell’attesa per il meeting della Fed, atteso per questa settimana. Nei confronti dello yen, la valuta viaggia solida al di sopra della soglia di JPY 111, dopo aver testato lo scorso venerdì il massimo dalla fine di luglio, a 111,33.
La scorsa settimana, il rapporto di cambio usd-jpy ha guadagnato quasi il 2,8%, grazie al balzo dei rendimenti dei Treasuries Usa, che ha sostenuto l’appetibilità della moneta, e anche a causa della crescita dell’indice dei prezzi al consumo degli Stati Uniti, termometro più importante per monitorare l’andamento dell’inflazione.
Di conseguenza, sono tornate a salire le speculazioni su una nuova stretta monetaria da parte del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed, nel meeting di dicembre.
Interpellato da Reuters, così ha commentato Stephen Innes, responsabile della divisione di trading dell’area Asia-Pacifico per Oanda:
“Sicuramente abbiamo assistito a qualche aggiustamento nelle probabilità di un rialzo dei tassi a dicembre, e ciò potrebbe proseguire almeno fino a quando ci sarà la riunione del Fomc” questa settimana (esattamente nella due giorni 19-20 settembre, domani e dopodomani), e nuovi dettagli emergeranno dal comunicato di Janet Yellen & Co.
In occasione di questa riunione, i tassi dovrebbero essere lasciati fermi; gli investitori si concentreranno piuttosto sull’outlook della Fed, sia riguardo alla crescita del Pil che dell’inflazione, che sui possibili effetti sull’economia provocati dal passaggio degli uragani Harvey e Irma.
I trader spiegano inoltre che il recente calo dello yen contro altre valute, per esempio la sterlina, ha sostenuto anche le quotazioni del dollaro.
Tra l’altro, la vendita di yen può essere ricondotta anche alle tensioni politiche in Giappone, dove il primo ministro Shinzo Abe, stando a quanto hanno riportato diverse fonti nelle ultime ore, dovrebbe indire elezioni anticipate, forse già a partire dal prossimo mese, beneficiando della sua maggiore popolarità e di scontri presenti nel principale partito di opposizione.
E, visto che la sua ricetta per l’economia del Giappone, “Abenomics”, punta soprattutto sulla politica monetaria aggressiva, Satoshi Okagawa, analista senior dei mercati globali per Sumitomo Mitsui Banking Corporation a Singapore, ritiene che la possibile notizia di elezioni anticipate che vedano Abe di nuovo il favorito rappresenti un motivo per vendere lo yen.
L’euro rimane solido a $1,1946, al di sotto dei massimi in due anni e mezzo testati all’inizio del mese, a $1,2092.
Il focus dei trader rimane anche sulla sterlina, dopo che la Bank of England ha chiaramente indicato la necessità di alzare i tassi per la prima volta in un decennio “nei prossimi mesi”.
Venerdì scorso, la sterlina ha superato anche la soglia di $1,36 per la prima volta dal voto che ha decretato la vittoria della Brexit, dopo che il membro della BoE Gertjan Vlieghe ha confermato l’imminente stretta monetaria.
La sterlina è balzata fino a $1,3616, al record dal 24 giugno del 2016. Al momento è in lieve calo a $1,3588. Anche l’euro sale sullo yen, a JPY 132,80, così come la sterlina, che si attesta a JPY 151,16, dopo il balzo +5,9% la scorsa settimana, che è stato il più sostenuto dal luglio dello scorso anno.