Il dollaro mostra i muscoli dopo i dati macro
Il miglioramento del contesto macro spingerà la Federal Reserve nel meeting in calendario per il prossimo 17-18 settembre a ridurre il piano di acquisto asset, attualmente fissato a 85 miliardi di dollari mensili. È questo l’orientamento del 65% degli esperti contattati da Bloomberg.
La view emersa dal sondaggio trova conferma nei dati macroeconomici arrivati oggi da Oltreoceano. Nel secondo trimestre il Pil statunitense, secondo i dati diffusi alle 14:30 dal Dipartimento del Commercio, è salito del 2,5% trimestrale annualizzato, un dato decisamente superiore sia rispetto al +1,7% della prima stima e sia nel confronto con il consenso degli analisti, orientato per un +2,2%.
Buone nuove anche dalle nuove richieste di sussidio, in calo, sostanzialmente in linea con le stime, da 337 a 331 mila unità. Il dato complessivo scende di 14 mila a 2,99 milioni.
Indicazioni positive per la prima economia non fanno che avallare la view di quei membri della banca centrale che spingono per far partire da subito il progressivo ritiro degli stimoli, il c.d. tapering, e stanno quindi spingendo al rialzo il biglietto verde.
Il dollar index, l’indice che misura l’andamento del greenback contro un basket di valute, in corrispondenza della pubblicazione dei dati ha registrato un balzo a 82,270 punti, il livello massimo dallo scorso 2 agosto. La divisa statunitense mostra i muscoli anche contro l’euro, spingendo l’eurusd a 1,3238 (-0,7%), e nel cambio con la sterlina, in calo a 1,55 usd. Seconda seduta positiva per l’incrocio con lo yen che in questo momento sale dello 0,6% a 98,23.