Dollaro in picchiata dopo deludente Pil Usa


Nella prima lettura il Pil della prima economia mondiale ha segnato solo un +0,2% annualizzato nel primo trimestre dal +2,2% registrato nell’ultimo scorcio del 2014. Gli analisti si attendevano un rallentamento più contenuto, con una crescita stimata intorno all’1%. Una discesa provocata, tra l’altro, dal rigido inverno che ha colpito gli Stati Uniti e dal rafforzamento del dollaro. Spiccano la frenata della spesa per consumi personali che sono aumentati dell’1,9% contro il +4,4% dell’ultimo trimestre 2014 e la decisa contrazione delle esportazioni che sono calate del 7,2%.
Ora i riflettori sono rivolti alla riunione Fed di stasera. “La probabilità che la Fed decida di rialzare i tassi solo in autunno diventa maggiore – commenta Vincenzo Longo di IG – . Gli operatori terranno l’attenzione rivolta a ogni singola parola del comunicato che lasci trasparire questa eventualità. Se così non fosse, i mercati potrebbero innervosirsi poiché sconterebbero non tanto l’ipotesi di un rialzo a giugno, ma che il ritmo di rialzo sarà serrato man mano che la crescita dell’economia guadagnerà forza nel corso dei prossimi trimestri”.