Dollaro di nuovo protagonista, mercato guarda già a Fed e Pil Us
Nuova tornata di acquisti sul dollaro Usa con l’avvicinarsi degli appuntamenti clou di settimana prossima con in sequenza riunione Federal Reserve (29 luglio) e prima lettura Pil secondo trimestre (30 luglio). Oggi il dollaro ha ripreso a salire contro le altre principali valute con il cross usd/jpy tornato sopra l’asticella di 124, mentre l’euro/dollaro segna un calo di circa mezzo punto percentuale a quota 1,0935 con i riscontri sotto le attese arrivati in mattinata dagli indici Pmi manifatturieri europei che hanno contribuito alla debolezza della moneta unica europea.
I riflettori del mercato rimangono puntati sulle prossime mosse della Fed che a settembre potrebbe rompere gli indugi apportando il primo rialzo del costo del denaro, mentre la riunione di settimana prossima non dovrebbe riservare sorprese poiché non sono previste neanche nuove proiezioni economiche. “L’accelerazione del mercato immobiliare USA è un altro segnale della salute dell’economia Usa, pronta a resistere al lento ciclo restrittivo programmato dalla Fed“, commenta oggi Peter Rosenstreich Chief FX Analyst di Swissquote che segnala soprattutto le vendite di case esistenti, cresciute del 3,2% m/m, a un ritmo annualizzato pari a 5,49 milioni di unità, il ritmo più veloce dal febbraio del 2007.
Divergenza politiche monetarie avvantaggia il dollaro
I dati positivi sull’edilizia residenziale dovrebbero tradursi in un PIL più forte nel secondo trimestre. La stima preliminare sul Pil Usa del secondo trimestre dovrebbe mostrare un +2,5% annualizzato secondo il consensus Bloomberg dopo il -0,2% del primo trimestre. Swissquote vede la possibilità di una lettura ancora migliore a +2,9%. “A sostenere la causa di un rialzo a settembre ci sono anche i recenti rapporti sull’inflazione – prosegue Rosenstreich – con l’IPC di fondo di giugno salito all’1,8% dall’1,7% di maggio (avvicinandosi alla soglia del 2,0% fissata dalla Fed). Gli USA sono il paese più prossimo alla normalizzazione della politica e la divergenza fra le politiche delle banche centrali dovrebbe avvantaggiare ulteriormente l’USD. Inoltre, poiché il ciclo restrittivo della Fed è imprevedibile (ritardi nei rialzi successivi e forte dipendenza dai dati), la volatilità sul forex dovrebbe tornare a livelli più normali”.