Dividend Day 2019, giorno del giudizio per il Ftse Mib. Avrà la forza di recuperare l’effetto cedola?
E’ arrivato il Dividend Day 2019 di Piazza Affari, con ben la metà dei titoli del Ftse Mib che oggi stacca la cedola relativa al bilancio 2018. Dividendi 2019 che in molti casi sono decisamente generosi in termini di rendimenti in virtù del 2018 difficile in Borsa per la maggior parte delle blue chip milanesi.
Oggi staccano la cedola ordinaria ben 19 delle 40 società del Ftse Mib a cui si aggiunge Fca con il dividendo straordinario legato alla cessione di Magneti Marelli. L’indice staccherà circa il 60% del dividendo complessivo, con impatto del 2,5% circa sulla market cap complessiva del FTSE MIB. L’impatto complessivo, rimarca Sos Trader, sarà infatti pari a 531 punti indice ovvero il 2,50% rispetto ai 21.090 punti di venerdì. In generale a Piazza Affari oggi staccano la cedola 60 titoli del listino MTA a cui si aggiungono anche 9 del mercato AIM.
Intesa la più generosa
Guardando all’entità del rendimento della cedola, a primeggiare è Intesa Sanpaolo con la maxi-cedola di 0,197 euro per azione che corrisponde a un dividend yield del 9% circa. Segue a ruota Azimut (1,5 euro per azione), con dividend yield superiore all’8%. Seguono poi a distanza UnipolSai (0,145 euro), Generali (0,90 euro) e Banca Generali (1,25 euro), tutte con rendimento superiore al 5 per cento. Anche per Eni il dividend yield è superiore al 5% che stacca il saldo dividendo 2018 di 0,41 euro per azione (l’acconto è stato distribuito in autunno).
Con lo stacco di oggi non finisce la stagione dei dividendi. L’ultimo appuntamento è in agenda il 24 giugno quando a staccare la cedola saranno Poste italiane, Terna, Snam, Hera ed Exor, mentre il 22 luglio toccherà ad Enel.
Incognite su tenuta Ftse Mib, tanti scogli all’orizzonte
Per Piazza Affari, dopo i primi 4 mesi avanti tutta con il Ftse Mib che era arrivato a un saldo di oltre +20%, il rischio è quello di un cambio di sentiment che già nelle scorse settimane si era intravisto (-3,5% circa dai massimi) complici anche il ritorno della tensione sul fronte dazi.
Dopo il corposo stacco dividendi odierno, tra una settimana ci sarà lo scoglio delle elezioni europee e i possibili riflessi degli esiti del voto sulla stabilità del governo M5S-Lega. Il 5 giugno la Commissione Ue si esprimerà sull’Italia e non è del tutto escluso che non arrivi un avvertimento per eccesso di debito con rischio quindi che ritorni in auge la procedura d’infrazione evitata lo scorso autunno. Gli investitori saranno quindi già proiettati all’appuntamento con l’iter di approvazione della legge di bilancio 2020, con il rischio che salga ulteriormente la temperatura sui mercati sul fronte spread.
Sullo sfondo rimane il problema crescita con l’Italia che è il paese europeo con più basso tasso di crescita stimato per il 2019. Il nodo crescita, insieme alle crescenti tensioni nel governo, rischia di tenere lontani gli investitori esteri. Secondo alcune ricostruzioni proprio l’aumento del rischio Italia ha indotto BlackRock a rinunciare a intervenire su Carige.