Disoccupazione Usa ai massimi dall’aprile 1983
Disoccupazione ai massimi dal 1983 negli Stati Uniti. Il tasso di disoccupazione è salito a ottobre al 10,2% dal 9,8% di settembre, posizionandosi molto al di sopra delle attese di mercato, che si posizionavano al 9,9 per cento. Nello stesso mese i posti di lavoro persi sono stati pari a 190mila, contro le 219mila unità di settembre (riviste da 263mila) e le 175mila stimate dal consensus. Si tratta del minor ritmo di riduzione degli occupati dall’agosto 2008, ma anche del ventiduesimo calo degli occupati consecutivo. Dall’inizio della crisi l’economia statunitense ha subito un’emorragia di posti di lavoro pari a poco meno di 7,4 milioni.
Immediata la reazione dei mercati ai dati resi pubblici alle 14.30, con la svolta verso il basso delle Borse del Vecchio continente (Milano la peggiore con il Ftse Mib in calo di circa un punto percentuale) e il passaggio in negativo dei future sugli indici Usa. Il future sullo S&P500, che prima del dato mostrava un +0,3%, è attualmente in calo dello 0,7 per cento. Violenta anche la reazione sul mercato valutario, con l’euro che si è dapprima fortemente deprezzato per recuperare terreno subito dopo e posizionarsi attualmente in area 1,4840 contro dollaro. Picco anche per l’oro, che negli istanti successivi alla diffusione dei dati è arrivato a toccare quota 1098 dollari per oncia.
Nonostante i numeri complessivamente peggiori delle attese, è da registrare che i dati di agosto e di settembre hanno subito una revisione verso l’alto pari a 91mila unità. A livello settoriale è proseguita anche in ottobre la fuoriuscita di lavoratori dal comparto manifatturiero (-61mila) e delle costruzioni (-62mila). In contrazione anche il settore dei servizi (-61mila). Tra i pochi comparti in miglioramento spiccano i servizi per la cura della persona e i servizi educativi (+45mila).