Discesa Pil mette sotto pressione l’agenda del governo, cresce rischio sforamento 3% deficit

La doccia fredda della ricaduta recessiva per l’Italia fa scattare anche l’allarme conti pubblici con l’aumento della possibilità di un sforamento della soglia del 3% di deficit se la seconda metà dell’anno non riserverà sorprese positive a livello di ritmo di crescita. Dopo i deludenti riscontri arrivati oggi dall’Istat con il secondo trimestre dell’anno in negativo per il Pil (-0,2% t/t e -0,3% a/a) e il ritorno ufficiale in recessione per l’Italia, gli analisti ritengono altamente probabile che l’intero anno si concluda con crescita zero se non addirittura un segno meno.
Si prospetta un nuovo anno senza crescita
La variazione acquisita per il 2014 è ora di -0,3% e per riportare una variazione media annua positiva per l’anno in corso servirà un vero e proprio cambio di marcia. Morgan Stanley ritiene che nella migliore delle ipotesi ora l’Italia può sperare in un anno piatto a livello di crescita per poi segnare un +1% nel 2015. Decisamente peggio rispetto al +0,8% contenuto nelle stime del governo.
La variazione acquisita per il 2014 è ora di -0,3% e per riportare una variazione media annua positiva per l’anno in corso servirà un vero e proprio cambio di marcia. Morgan Stanley ritiene che nella migliore delle ipotesi ora l’Italia può sperare in un anno piatto a livello di crescita per poi segnare un +1% nel 2015. Decisamente peggio rispetto al +0,8% contenuto nelle stime del governo.
“E’ difficile anche confidare in una variazione media annua positiva per l’anno in corso”, commenta Luca Mezzomo, economista dell’Ufficio Studi di Intesa Sanpaolo. “Mantenendo invariate le proiezioni per il terzo e il quarto trimestre allo 0,3% t/t, infatti, la media annua risulterebbe in calo di -0,1% rispetto al 2013”, ha aggiunto l’esperto di Intesa Sanpaolo. “Un modesto beneficio potrebbe derivare dal deprezzamento del cambio – prosegue Mezzomo – ma in parte compensato dall’aggravarsi di diversi focolai internazionali di crisi (Russia, Nord Africa). Inoltre, proprio le indagini congiunturali hanno mostrato segnali di cedimento negli ultimi mesi, il che rende lo scenario futuro molto incerto”.
Rischio sforamento 3% di deficit, ma potrebbe bastare un mini-aggiustamento fiscale
Discesa del Pil che appare destinata a mettere otto pressione l’agenda del governo Renzi nei prossimi mesi. Oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha commentato i dati sul Pil escludendo che si farà ricorso a una manovra correttiva e che il Bonus di 80 euro sarà confermato anche nel 2015.
Discesa del Pil che appare destinata a mettere otto pressione l’agenda del governo Renzi nei prossimi mesi. Oggi il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, ha commentato i dati sul Pil escludendo che si farà ricorso a una manovra correttiva e che il Bonus di 80 euro sarà confermato anche nel 2015.
Gli analisti di Barclays che si aspettano un Pil 2014 piatto se non negativo. Appare a rischio anche l’obiettivo di disavanzo di bilancio (deficit) fissato per quest’anno al 2,6% del PIL. “E’ improbabile che possa essere raggiunto salvo sorprese di crescita al rialzo nel secondo semestre – rimarca Fabio Fois di Barclays – a partire da oggi riteniamo che il disavanzo delle amministrazioni pubbliche potrebbe superare il 3% del PIL. Tuttavia, i costi del debito restano sotto controllo e il governo potrebbe dover implementare solo un aggiustamento fiscale di soli 0,1/0,2 punti percentuali di PIL, ossia tra 1,2 e 3,2 mld di euro.
A livello aggregato dell’area euro, Barclays rimarca come la sorpresa negativa di oggi arrivata dall’Italia è compensa sostanzialmente ii dati del PIL leggermente più forti del previsto pubblicati dalla Spagna a luglio. La casa d’affari britannica ritiene comunque probabile che il Pil dell’eurozona in uscita il 14 agosto non impatti con le attese e ha rivisto la propria previsione a +0,1% t/t rispetto al +0,2% indicato in precedenza.