Dieselgate Volkswagen: nuova ammissione negli Usa, truccate 85mila Audi (Ft)
A due mesi circa dallo scoppio, il Dieselgate non si è ancora chiuso. Secondo un articolo del Financial Times, Audi, il marchio di lusso del gruppo Volkswagen, ha ammesso che i motori diesel di 85mila auto hanno installato il software per aggirare i controlli sulle emissioni. Si sollevano domande sull’ampiezza della truffa compiuta dalla casa automobilistica tedesca, scoperta a fine settembre negli Usa e che ha preso una portata mondiale riguardando già 11 milioni di auto.
Secondo quanto ammesso da Audi all’agenzia statunitense per l’ambiente (Epa), nell’incontro avvenuto settimana scorsa, la manipolazione riguarderebbe tutti i motori a tre litri V6 diesel prodotti da Audi e venduti a partire dal 2009 fino ad oggi. In base alla legge americana, un produttore di auto deve comunicare l’uso di qualsiasi apparecchiatura ausiliaria di controllo sulle emissioni (auxiliary emissions control device, aecd) affinché possa essere considerato legale e Audi invece non lo ha fatto. Il marchio tedesco avrebbe esteso dunque lo stop delle vendite di tutti i modelli, che comprendono le Audi A6, A7, A8, Q7, Q5, oltre che le vetture sportive Touareg e Porsche Cayenne SUV, “fino a nuovo ordine”.
Solo a inizio novembre, il Dieselgate si era arricchito di un nuovo capitolo, quello di irregolarità non solo sulle emissioni di monossido di azoto, come finora era stato riscontrato, ma anche su quelle di anidride carbonica (CO2). La stessa Volkswagen aveva ammesso che l’irregolarità riguardava 800mila auto del gruppo non solo con motore diesel.