Def, Padoan ottimista su traiettoria debito, Pil, deficit. Su spread fa ‘battuta’ su Spagna
Il consiglio dei ministri ha approvato il Def e il decreto Alitalia. L’annuncio arriva dal premier uscente Paolo Gentiloni verso mezzogiorno ora italiana. Sia Gentiloni che il ministro delle Finanze Pier Carlo Padoan esprimono soddisfazione per il Def: le stime sono per una continua discesa del rapporto debito-Pil, anche se il deficit del 2017 è stato rivisto al rialzo al 2,3% rispetto alla “iniziale previsione dell’1,9%”. Motivo? Il dato incorpora “risorse che il governo ha messo a disposizione per aggredire le situazioni difficili dal punto di vista bancario“.
Detto questo, il deficit è atteso in discesa all’1,6% nel 2018.
Padoan tiene a precisare l’impatto sul debito e sul deficit delle operazioni con cui il governo ha dato l’assist al sistema bancario italiano:
“E’ importante sottolineare questo per due aspetti: primo perché gli interventi a favore del sistema bancario sono interventi che impattano sul deficit e anche sul debito ma sono misure una tantum e quindi non ripetute. Non impattano sulle grandezze strutturali e di conseguenza non impattano sul rispetto dei parametri del patto di stabilità; due, perché se prendiamo in considerazione l’1,9%, notiamo che rispetto alle previsioni della nota di aggiornamento c’è un miglioramento delle performance della finanza pubblica dovuta ad una accurata gestione, che però nulla ha tolto allo stimolo alla crescita“.
Andando a guardare all’altro aspetto, quello del ratio debito-Pil, le stime sono di un calo al 130,8% nel 2018, e di ulteriori flessioni al 128% nel 2019 e al 124,7% nel 2020.
Così il ministro uscente:
“Il debito nel 2017, sia pur di poco e pur tenendo conto delle risorse al sistema bancario, dimuinuisce rispetto all’anno precedente e diminuisce, secondo le nostre previsioni in misura visibile e marcata di un punto percentuale nel 2018. Questo è un dato estremamente importante in un contesto che vedeva il debito negli anni passati continuare a crescere”.
A proposito di Pil, nel Def si parla di una crescita dell’1,5% in base a una “stima prudenziale”, nel corso del 2018, e poi di rallentamenti all’1,4% e all’1,3% rispettivamente nel 2019 e nel 2020.
Ma Padoan parla comunque di un quadro “incoraggiante”, ribadisce che la previsione sul Pil di quest’anno “è prudenziale” e ritiene che la crescita dell’economia italiana possa arrivare “almeno al 2%”, ma a una condizione, che il ministro precisa subito dopo: “a patto che le misure intraprese siano conservate e rafforzate”.
Tra l’altro, lo spread tra Btp e Bund è “a livelli molto bassi rispetto al passato ma, fatemelo dire visto che è di moda parlare di Spagna, rispetto alla Spagna si è ulteriormente ristretto, anche se era andato allargandosi prima”
La nota stonata del Consiglio dei ministri è il decreto Alitalia, il cui contenuto è illustrato dal ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Intanto, viene reso noto che la patata bollente passerà al nuovo governo italiano, perchè è “giusto” per i potenziali acquirenti che ci sia la “possibilità di interlocuire con il nuovo governo”.
La situazione della compagnia aerea, certo, rimane fragile:
“I commissari hanno ben operato, il prestito ponte è pressochè intatto, comunque la situazione di Alitalia rimane nel lungo periodo fragile – sottolinea Calenda – “Stiamo parlando di un’azienda molto piccola che deve fare degli investimenti molto significativi e la riduzione ulteriore delle perdite di esercizio può avvenire solo con l’acquisto di nuovi aerei e un accordo sindacale che ovviamente deve essere fatto nella fase di trasferimento dell’azienda”.
Sul contenuto del decreto, il ministro spiega che “è molto semplice”, visto che “spostiamo i termini per la vendita a fine ottbbre e spostiamo al 15 dicembre il termine per la restituzione del prestito”. In ogni caso, viene ribadito come il governo italiano sia rimasto sempre in contatto con la Commissione europea sulla questione, “anche sulla fissazione del tasso d’interesse relativo al prestito”.