Def in bilico, cade testa di Tria? Torna ipotesi Savona. Alan Friedman: ‘senza Tria il finimondo’. Spread è d’accordo
Presentazione Def in bilico, così come è in bilico la poltrona del ministro dell’economia Giovanni Tria: la smentita di uno stesso portavoce di Via XX Settembre sulle presunte imminenti dimissioni di quello che ormai è noto come guardiano dei conti non smorza i rumor sull’addio del titolare del Tesoro.
Rumor ripresi soprattutto dal quotidiano romano “Il Messaggero”, che scrive come l’ipotesi sia ormai messa in conto dai due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini, che starebbero risfoderando anche quella carta tanto invisa al presidente della Repubblica Sergio Mattarella: la carta di Paolo Savona, attualmente ministro degli Affari europei. Ricorderanno certo tutti la crisi istituzionale che travolse l’Italia alla fine di maggio, quando soprattutto la Lega caldeggiò il nome di Paolo Savona al Mef e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella pose il suo veto. L’impasse si risolse solo quando tutti furono d’accordo ad assegnare all’economista considerato troppo euroscettico dal Quirinale il dicastero degli Affari europei.
Così il Messaggero nell’articolo che riporta il ritorno dell’opzione Savona (ma come fare con Mattarella, che è indubbio che abbia cambiato idea?):
“Quel che è certo è che Di Maio e Salvini dopo giorni di gelo tornano in sintonia. Sulla pelle del ministro economico. Vedere Tria scendere in trincea, ascoltarlo ricordare di avere “giurato nell’esclusivo interesse della Nazione e non di altri…(vale a dire leghisti e grillini), ha mandato su tutte le furie i due leader. Così, nel pomeriggio, Di Maio ha chiamato Salvini: “Io punto al 2,4%, abbiamo molte cose da fare e vogliamo realizzarle. Tu cosa ne pensi?”. La risposta del capo leghista è un sì: “Andiamo avanti come dici tu. Noi la riforma delle pensioni la vogliamo e non arretriamo”.
Ma è difficile che Tria possa accettare un deficit-Pil al 2,4%, quando l’asticella da lui stesso desiderata è pari all’1,6%, quando ieri lo stesso Commissario agli Affari economici e monetari, il francese Pierre Moscovici, ha intimato all’Italia di fare un deficit “ben al di sotto del 2%” (a fronte della Francia che farà un deficit al 2,8%): quando, tradotto in miliardi, come scrive Il Messaggero, “un rapporto deficit-Pil al 2,4% significa 15 miliardi in più rispetto all’1,6%” di Tria. “Roba da spread alle stelle”.
Per questo, nel mettere in conto le dimissioni di Tria, Di Maio e Salvini, al fine di scongiurare la crisi di governo, avrebbero detto “Al massimo diamo l’interim a Conte, poi si vedrà…” Ma “l’ipotesi (azzardata) di Savona c’è: affidare anche solo una delega a Paolo Savona, per aggirare l’antica contrarietà di Sergio Mattarella”.
In tutto questo, oltre ai rumor iniziano a circolare anche vari alert da esponenti del mondo della finanza e dell’economia.
Come da Alan Friedman che, in un intervento ad Agorà, avverte che “se Tria lasciasse il governo sarebbe il finimondo nei mercati finanziari, l’Italia finirebbe sotto attacco”.
“Se #Tria lasciasse il governo sarebbe il finimondo nei mercati finanziari, l’Italia finirebbe sotto attacco”@alanfriedmanit ora ad #agoraraipic.twitter.com/bbUf96EDWD
— Agorà (@agorarai) September 27, 2018
A stemperare il clima di alta tensione ci pensa intanto proprio il vicepremier pentastellato Luigi Di Maio, che nega qualsiasi rinvio del Def, aggiungendo anche che non è in programma nessuna richiesta di dimissioni a Tria.
“Con Tria – ha detto Di Maio attraverso una diretta Facebook – abbiamo sempre avuto un’interlocuzione che non aveva nè dogmi, nè paletti. Ci sono differenze di vedute? Le dovremo necessariamente appianare, ma io non sono per il tirare a campare”.
“Per quanto mi riguarda il Consiglio dei ministri è oggi. Non ho notizie di rinvii”, ha continuato Di Maio.
Ma, in quello che ha tutta l’aria di essere un attacco ai tecnocrati, Di Maio si lascia andare a un altro avvertimento pesante, che sembra contraddire la smentita su una presunta richiesta di dimissioni di Tria:
“Se siete dalla parte dei mercati, siete contro i cittadini”. Posizione condivisa anche dal leader della Lega Matteo Salvini, che sottolinea: “I numerini me li gioco a lotto o a tombola. Sforiamo il due per cento per la felicità di milioni di italiani”.
Altri toni, decisamente più accesi, sono arrivati invece da Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera che, intervistato da Agorà su Rai Tre, ha detto che “se Tria non è più nel progetto, troveremo un altro Ministro dell’Economia”.
Nel giorno ultimo fissato per la presentazione del Def, che cade oggi 27 settembre, lo spread non regge alle varie tensioni, superando la soglia di 240 punti base, a fronte di tassi sui decennali che rimbalzano oltre il 2,9%.