Debutto di successo in Usa per la facebook cinese. Rischio bolla sui social network?
La facebook cinese sbarca sulla Borsa di New York raccogliendo una montagna di nuovi amici. Nel suo primo giorno di contrattazioni il titolo RenRen, questo il suo nome, segna un progresso del 30%. Un debutto con i fiocchi, che fa scattare però il dubbio di una bolla speculativa sui social network. La valutazione dei primi cinque nomi (Facebook, Linkedin, Twitter, Groupon e Zynga) ha infatti oltrepassato i 120 miliardi di dollari.
Fondata nel 2005 a Pechino, RenRen (che in cinese significa “ognuno”) è una piattaforma di gaming online e non proprio una facebook cinese. Comunque sia il sito è diventato il maggior social network della Cina per pagine viste con 117 milioni di clienti attivi. Uno sviluppo che l’ha portato ieri fino a Wall Street. L’ipo è avvenuta al prezzo di 14 dollari per azione, nella parte alta della forchetta compresa tra i 12 e i 14 dollari (rivista al rialzo dal range iniziale). I titoli sono stati collocati sul listino americano sotto forma di American depositary receipts (Adr) e lo sbarco in borsa ha scatenato un forte e immediato interesse da parte degli investitori.
Nel suo primo giorno di quotazione, l’azione ha infatti chiuso con un progresso del 30% a 18,01 dollari e la società ha raccolto 743,4 milioni di dollari, quasi 100 volte l’ammontare del fatturato netto realizzato lo scorso anno, pari a 76,5 milioni di dollari. La sua valutazione complessiva si aggira intorno ai 7,5 miliardi di dollari. E chissà che anche RenRen non percorra le orme delle sue connazionali Sina Corp o Baidu. Entrambe storie di successo di società cinesi quotate nella Grande Mela. “Sina Corp, da meno di 40 dollari del 2010 si è portata a 147 dollari, registrando un guadagno di oltre il 300%, mentre il motore di ricerca Baidu è passato da 60 da inizio quotazione agli attuali 156 dollari”, ha ricordato Roberto Malnati, gestore del fondo Asian Century, intervistato da Finanza.com.
“Sono storie di successo, con forti tassi di crescita”, ha commentato Malnati, spiegando questo interesse: “La Cina è il primo paese al mondo per diffusione Internet”. Occorre poi considerare che circa due terzi della popolazione è ancora senza Internet e se si considerano i forti tassi di crescita dell’economia cinese, si intuiscono i possibili sviluppi futuri. Ma l’interesse è forte per tutti i social network, tanto da suscitare il dubbio di una bolla speculativa.
Le valutazioni dei primi cinque siti, nati negli ultimi cinque anni ma non ancora sbarcati in Borsa, continuano a crescere. Facebook è lievitata a oltre 80 miliardi di dollari, Linkedin, il network per i lavoratori, sfiora i 4 miliardi. Twitter, il re del microblogging, ha raggiunto i 4,5 miliardi di dollari dopo che Jp Morgan gli ha messo gli occhi addosso. Il valore di Zynga, piattaforma di giochi online, si aggirerebbe intorno ai 7 e i 9 miliardi. Groupon, il colosso dei coupon che ha avviato l’attività nel 2008 e che dovrebbe quotarsi secondo alcune indiscrezioni di stampa nel secondo semestre dell’anno, è salito a 15 miliardi di dollari, ma che potrebbe arrivare a 25 miliardi.
“C’è un rischio bolla sui social network – ammette Malnati – Il livello di saturazione è ormai massimo”. Tuttavia il gestore precisa che non si tratta di una vera e propria bolla con rischio scoppio, in quanto il business di questi social network ha la capacità di evolversi in continuazione. “Il forte interesse continua e continuerà perchè una volta esaurita la bolla precedente, questi player globali sono in grado di diversificarsi velocemente in business secondari, alternativi, accessori, che garantiranno una alta redditività alla società”.