Notizie Notizie Mondo Debito sovrano dell’Italia tra le due aree più vulnerabili in Ue

Debito sovrano dell’Italia tra le due aree più vulnerabili in Ue

2 Gennaio 2023 14:30

Se quest’anno non si verificherà una profonda recessione, l’inflazione si rivelerà probabilmente molto più elevata e duratura di quanto previsto dalla Banca Centrale Europea. Questo implica che il rischio sia orientato verso un ciclo di rialzi più sostenuto di quanto previsto dal mercato.

Così scrivono nero su bianco nell’Outlook 2023, Eoin O’Callaghan e John Butler, Macro Strategists di Wellington Management, i quali si aspettano che il ciclo economico europeo resti volatile, con un’ampia distribuzione di possibili scenari, e che l’inflazione rimanga ostinatamente elevata.

Possibili sorprese per l’Europa nel 2023

“Anche se si sta avvertendo un deterioramento delle prospettive per l’Europa nel 2023, la gamma di possibili scenari riguardanti la crescita nel prossimo anno è molto ampia, con chiari rischi di ribasso, ma anche potenziali sorprese al rialzo” sostengono gli esperti. “Se l’anno prossimo non si verificherà una profonda recessione, l’inflazione si rivelerà probabilmente molto più elevata e duratura di quanto previsto dalla Banca Centrale Europea (BCE). Questo implica che il rischio sia orientato verso un ciclo di rialzi più sostenuto di quanto previsto dal mercato” continuano.

“L’impennata dei costi energetici ha contribuito a far salire l’inflazione dell’Eurozona a quasi l’11% quest’anno, un livello record e oltre cinque volte superiore all’obiettivo della banca centrale. Prevediamo che nei prossimi anni l’inflazione derivante dalla componente energetica rimarrà più elevata che nel resto del mondo, data la probabile continua contrazione del mercato del GNL. Ma l’aumento dell’inflazione in Europa non è solo un fenomeno legato alle materie prime. L’inflazione di fondo è salita al 5% e ora supera l’inflazione statunitense per gli indicatori di breve termine. Riteniamo che queste dinamiche- continuano gli esperti –  siano destinate a persistere, con l’inflazione europea che rimarrà molto più elevata di quella degli ultimi 10-15 anni e potenzialmente più alta della media dei mercati sviluppati. La forza del mercato del lavoro è a livelli record e i nostri indicatori suggeriscono che la crescita dei salari potrebbe arrivare al 5%-6% nei prossimi trimestri”.

Le aree più critiche in Europa

In Europa ci sono due aree che appaiono vulnerabili in questo contesto sostengono gli strateghi. “La prima è il debito sovrano italiano, che ora supera il 150% del PIL. Sebbene il nuovo governo abbia presentato una prima legge di bilancio piuttosto ragionevole, il rischio è che l’indebitamento sia più elevato del previsto. I sussidi per l’energia sono stati applicati solo per un trimestre, quindi se i prezzi energetici rimarranno alti, il governo si troverà sotto pressione per mantenerli in vigore più a lungo”.

“Una seconda area vulnerabile è rappresentata dall’elevato livello di indebitamento delle famiglie nei paesi scandinavi. Questo dovrebbe limitare i cicli di rialzo dei tassi in Svezia e Norvegia rispetto ad altri Paesi e aumenta il rischio di un forte adeguamento al ribasso dei prezzi delle case in entrambi i Paesi. In Svezia questa dinamica sembra già in atto. Ciò implica anche la necessità di un deprezzamento delle valute man mano che entrambe le economie si discostano da un modello di crescita trainata dalla domanda interna”.