Debito pubblico visto in ulteriore frenata entro fine anno (Mazziero)
•Il debito pubblico italiano a settembre 2016 si è attestato a quota 2.213 miliardi di euro, in calo dopo il record storico toccato nel mese di luglio a quota 2.252 miliardi di euro.
• L‘incremento del debito nel 2016 è di 40 miliardi, con una lieve contrazione del trend visto che nello stesso periodo del 2015 era stato di 55 miliardi.
• Il debito pubblico pro-capite, in base ai cittadini italiani residenti al primo gennaio 2016, è di 39.795 euro.
• Dal 2000 ad oggi il debito pubblico è cresciuto di 912 miliardi di euro.
• In termini percentuali dal 2000 il debito è aumentato del 70,2%, ben oltre il doppio dell’inflazione che è stata del 32,7%.
Queste alcune interessanti considerazioni contenute nell’Osservatorio trimestrale sui dati macroeconomici italiani elaborato dalla Mazziero Research e consultabile sul sito www.mazzieroresearch.com
Secondo Maurizio Mazziero dopo la discesa degli ultimi due mesi, è probabile che il debito torni leggermente a salire prima di frenare nuovamente per fine anno, dove lo stock dovrebbe attestarsi tra 2.182 e 2.191 miliardi
“Una cosa – sottolinea l’analista – è ormai certa: che non assisteremo a quel cammino di riduzione del debito che il Ministro dell’Economia aveva più volte confermato di raggiungere nell’anno in corso. Quindi nessun contenimento del debito, né in termini assoluti, né in termini relativi nel rapporto debito/PIL”.
A parziale scusante nel report vengono citate alcune variabili esogene come il consistente flusso di migranti e il terremoto che ha colpito il centro Italia. “ma ancora una volta viene da chiedersi se sia plausibile che un Paese incluso fra i sette grandi (G7) non debba perseguire un bilancio capace di sostenere difficoltà che si presentano pressoché ogni anno. La polemica sui vincoli di bilancio con Bruxelles appare nei toni alquanto stucchevole, anche perché dai media passa il concetto di una discussione su denaro che l’Unione Europea non ci concede, mentre invece si sta discutendo di ulteriore debito a nostro carico e su cui Bruxelles lancia un monito circa la reale sostenibilità, puntando altresì il dito sulle continue promesse di risanamento da noi disattese” sottolinea Mazziero.