Notizie Dati tedeschi non aiutano l’euro

Dati tedeschi non aiutano l’euro

9 Gennaio 2013 15:01

Seduta di metà ottava con progressivo peggioramento dell’euro sui mercati valutari. Il cross euro/dollaro è arrivato a toccare un minimo a 1,304 dollari negli ultimi minuti di contrattazione. Pesano i deboli riscontri pervenuti dalla Germania con la produzione industriale salita solo dello 0,2% su base mensile a novembre rispetto al +1% atteso (-2,9% su base annua). “A questo punto anche gli ultimi dubbi sul possibile calo del Pil negli ultimi 3 mesi dell’anno sono sciolti – commenta Vincenzo Longo, market strategist di IG – e anche la prima economia europea va incontro a una crescita negativa nel quarto trimestre del 2012”.
Deboli riscontri dalla congiuntura tedesca che potrebbero influire sul dibattito di domani in seno alla Bce sull’opportunità o meno di abbassare il costo del denaro dallo 0,75% attuale. Dati tedeschi negativi “potrebbero allentare le resistenze da parte della Bundesbank all’interno del Comitato Esecutivo della Bce per un possibile taglio dei tassi entro il primo trimestre dell’anno”, aggiunge Longo.

Guardando a oriente, oggi riprende vigore la discesa dello yen dopo il parziale recupero degli ultimi 2 giorni. Il cross dollaro/yen è così risalito in area 87,75 yen. Cresce l’attesa per la riunione della Bank of Japan prevista il 21 e 22 di questo mese con il nuovo premier Shinzo Abe che oggi ha reiterato la richiesta di un’azione più decisa e il raddoppio del target di inflazione al 2%. Il ministro delle Finanze, Taro Aso, ha comunque posto l’accento sulla necessità di un rafforzamento del dialogo tra governo e banca centrale. “la BoJ deve mettere in atto misure più aggressive – ha detto Aso – ma per combattere efficacemente la deflazione bisogna anche adottare una politica fiscale che stimoli effettivamente la domanda”. Secondo le indiscrezioni riportate da Reuters la BoJ procederà a un nuovo aumento del piano di allentamento attualmente pari a complessivi 101 mila miliardi di yen (1.200 miliardi dollari) tra acquisti di asset e programma di prestiti, incrementando soprattutto gli acquisti di bond governativi.