Da Trump segnali di tregua verso la Cina, volano Borse, dollaro e petrolio. In difficoltà le banche Ue

L’amministrazione Trump frena l’escalation di tensioni nei confronti della Cina e contribuisce a risollevare l’umore dei mercati. Gli Stati Uniti avrebbero deciso di basarsi su leggi già esistenti, aggiornate dal Congresso, per limitare gli investimenti cinesi negli Stati Uniti, lasciando cadere la considerazione di approcci alternativi che avrebbero permesso alla Casa Bianca di imporre limiti più stringenti. Le indiscrezioni di ieri paventavano l’intenzione di Trump di impedire alle aziende con almeno il 25% di proprietà cinese di acquistare società tecnologiche americane. Intanto secondo SGH Macro Advisors, la Cina starebbe affilando le proprie armi nella guerra commerciale contro gli Usa, valutando la possibilità di astenersi dall’acquistare o tagliando i Treasuries in suo possesso.
Sgonfiarsi dei timori di guerra commerciale che sta spingendo gli acquisti sulle Borse mondiali. A Wall Street il Dow Jones sale dello 0,85% trainato dai titoli energetici; +0,62% per lo S&P 500. Si avvia a una chiusura positiva anche Piazza Affari con il Ftse Mib a 21.668 (+1,16%) dopo una prima parte di giornata debole (minimo intraday a 21.157 punti). Una sponda importante è arrivata dall’asta Bot che ha visto il rendimento del titolo a sei mesi scendere a 0,09% con domanda molto sostenuta, pari a quasi due volte il quantitativo offerto.
Sul valutario riprende vigore il dollaro Usa con cross euro/dollaro sceso a ridosso di quota 1,16.
Petrolio avanti tutta
A tenere banco oggi c’è anche il nuovo strappo al rialzo del petrolio. Il futures sul WTI si è portato sopra la soglia dei 72 dollari al barile (72,32 $, +2,33%) complice l’affondo degli Usa che invitano a non importate petrolio dall’Iran a partire da mese di novembre altrimenti si potrebbe incorrere in sanzioni. A dispetto dell’incremento dell’output varato dall’Opec, l’offerta di oro nero potrebbe presto scendere di 3 milioni di barili giornalieri a causa del blocco dell’export iraniano (2,2 milioni) e di quello libico (0,8 milioni).
Il balzo delle quotazioni del petrolio scalda a Piazza Affari i titoli del settore oil. Tenaris e Saipem segnano rialzi dell’ordine del 6 per cento, molto bene anche Eni (+3,6% a 15,98 euro).
Banche unica nota stonata
In Europa unica nota stonata è il settore bancario con lo Stoxx di settore scivolato ai minimi dal 2016. Calo che riguarda tutto il settore in generale con Deutsche Bank che oggi è scivolata ai nuovi minimi storici (-45% circa da inizio anno). A Milano ribasso dell’1,6% per Unicredit, -1% circa per Banco Bpm e Bper; queste ultime due, insieme a Ubi Banca, sono indicate dalle ultime indiscrezioni stampa come potenziali candidate a una futura fusione con Mps.
A nulla sono valse le parole del presidente dell’Eurogruppo, Mario Centeno, in vista del Consiglio europeo di domani e venerdì che discuterà di completamento dell’Unione Bancaria. Centeno ha sottolineato i “progressi sostenuti” nella riduzione dei rischi nel settore bancario, con stock dei crediti deteriorati sceso di un terzo e trend positivo soprattutto nei paesi con esposizione più elevata.