Da Bush e Paulson via libera all’ingresso dello Stato nel capitale delle banche
Il presidente degli Stati Uniti, George W. Bush, ha anticipato in un discorso alla nazione tenuto attorno alle 14.00 alcuni dei dettagli del piano di sostegno al sistema bancario. Come in Europa, anche negli Stati Uniti il governo entrerà direttamente nel capitale delle banche, anche se in un’ottica di intervento temporaneo. E sempre alla stessa stregua di quanto già avvenuto nel Vecchio continente anche gli Usa si preparano a garantire il nuovo debito bancario. La Fdic assicurerà infatti le nuove emissioni degli istituti.
Il discorso di Bush è giunto a solo mezz’ora da un incontro in cui il presidente della Federal Reserve, Ben Bernanke, e il segretario al Tesoro, Henry Paulson, hanno illustrato i dettagli del piano per la salvaguardia della stabilità del sistema. Il Tesoro utilizzerà fin da subito 250 dei 700 miliardi stanziati e si renderà disponibile a entrare nel capitale di 9 istituti bancari tramite azioni privilegiate.
“Aspettare troppo avrebbe un costo troppo alto per il sistema finanziario ma anche per le imprese”, ha detto Ben Bernanke. “Si tratta – ha proseguito – di una risposta globale finalizzata a far tornare la fiducia sui mercati. Mai come ora l’America deve avere fiducia”.
Le banche interessate, stimano gli osservatori Usa, dovrebbero essere Goldman Sachs, Citigroup, JP Morgan, Morgan Stanley, Wells Fargo, Bank of America, Bank of New York Mellon e State Street Corp.
(notizia aggiornata alle ore 15.00)