D. Choe: in assenza di misure concrete dal G20, l’attenzione torna sul QE targato Fed
Il cambio dollaro/yen dopo l’apertura positiva dei listini statunitensi ed il dato migliore delle attese arrivato dalle vendite di case esistenti a settembre, torna a testare i minimi da 15 anni. La già buona intonazione di Wall Street è migliorata dopo la pubblicazione del dato statunitense relativo le vendite di case esistenti, che il mese scorso hanno mostrato un progresso del 10% a 4,53 milioni.
La notizia ha rivitalizzato anche i listini europei e spinto al ribasso il dollaro in quota 80,550 yen, dopo il minimo a 80,40 toccato nella prima parte di seduta. David Choe di IG Markets rileva come nonostante la riunione del G20 abbia sottolineato l’impegno ad evitare svalutazioni competitive dei cambi, “il dollaro è ancora vulnerabile alle pressioni di vendita perché in assenza di misure concrete messe in atto per gestire un declino ordinato delle valute, gli investitori hanno ripreso a vendere il dollaro statunitense dato che l’attenzione è tornata sulla Fed e sulle aspettative di un annuncio di un altro ciclo di quantitative easing”.
Choe rileva che nonostante un intervento del Giappone per frenare l’ascesa dello yen sia ancora possibile (il Ministro delle Finanze Yoshihiko Noda ha ribadito che la riunione del G20 non ha fatto nulla per cambiare la politica monetaria del Giappone), ” visto lo scarso effetto ottenuto dal precedente intervento a causa della generale debolezza del dollaro, può essere inutile intervenire nuovamente fino a quando ulteriori dettagli del programma di quantitative easing della Fed statunitense non saranno noti”.
Guadagna terreno contro dollaro anche la moneta unica., che in mattinata ha toccato un massimo a 1,4079 ed ora quota sotto 1,4 a 1,3986. Dall’Europa arrivato il dato relativo i nuovi ordini industriali, saliti del 5,3% ad agosto.