D. Choe: gli operatori prima del G20 preferiscono i dollari
Un euro/dollaro poco mosso continua a muoversi in quota 1,39 (1,3936) in una giornata che dopo l’incremento dell’Ifo ai massimi da tre anni non sta offrendo grandi spunti. L’indicatore tedesco, salito ad ottobre a 107,6 punti, sopra le attese del mercato ferme a 106,5 punti, conferma il buon momento della locomotiva europea, che dopo i 56,1 del Pmi manifatturiero ha incassato anche la revisione al rialzo delle stime di crescita da parte del Governo. Nell’anno corrente l’economia teutonica dovrebbe crescere del 3,4% per scendere l’anno prossimo all’1,8%.
Secondo David Choe di IG Markets l’euro non si è rafforzato contro dollaro alla vigilia del G20 in Corea, “vista l’incertezza che circonda i risultati che il meeting potrebbe raggiungere, gli investitori sono in fase di riacquisto del dollaro USA, visto bene rifugio”.
E l’attesa per il G20 paralizza anche il dollaro/yen che quota 81,260. Il summit si preannuncia interessante dopo la lettera del Segretario del Tesoro Americano ai colleghi membri del summit, nella quale Geithner esorta le altre nazioni a “non implementare politiche sui tassi di cambio per assicurarsi dei vantaggi competitivi, indebolendo la propria moneta o prevenendo un apprezzamento della moneta sottovalutata”.
Esortazioni in questo senso sono arrivate anche dal Fondo Monetario Internazionale, che un dossier ha annunciato che “una maggiore flessibilità dei tassi di cambio sarà un componente importante per un’implementazione più severa delle politiche monetarie”. Dalle prime dichiarazioni, il ministro delle finanze giapponese Yoshihiko Noda sembrerebbe voler rispettare questi dettami; Choe sottolinea che ci troviamo di fronte ad una “modifica rispetto al recente atteggiamento dell’esecutivo, pronto ad intervenire per prevenire che la forza dello yen danneggi l’economia”.
Per quanto riguarda la sterlina, l’analista rileva come nonostante i tagli annunciati fossero già previsti, la divisa è risultata indebolita poiché la manovra governativa “ha confermato che negli anni futuri gli inglesi dovranno rimboccarsi le maniche e stringere la cinghia”. E ancora “molti ritengono che i tagli apportati alla spesa pubblica sono addirittura esagerati per un’economia già così fragile”. La moneta d’Oltremanica scambia a 0,8878 contro euro ed a 1,5694 dollari.