Notizie D. Choe: è ovvio che nel breve termine permanga sui mercati un’elevata avversione al rischio

D. Choe: è ovvio che nel breve termine permanga sui mercati un’elevata avversione al rischio

17 Novembre 2010 16:38

La pubblicazione dei dati macroeconomici spinge al rialzo l’euro-dollaro, che in scia delle tensioni irlandesi e dell’annuncio di nuove misure anti-inflazione da parte di Pechino in corrispondenza del giro di boa aveva toccato un minimo di seduta a 1,3460. La moneta unica sta quindi, nonostante Dublino, sostanzialmente tenendo, anche se come rileva David Choe di IG Markets “la situazione potrebbe degenerare se non si arriva a un programma di salvataggio ben definito”. In questo momento per acquistare un euro sono necessari 1,3527 dollari, con il biglietto verde che torna a perdere terreno anche contro la divisa nipponica scambiando a 83,170 yen.

Dagli Stati Uniti oggi sono arrivati i dati relativi l’inflazione di ottobre, che sia in versione completa, sia in quella “core” (depurata delle componenti più volatili), è risultata sotto le attese, mettendo a segno rispettivamente un +0,2% ed un dato invariato (terzo mese consecutivo) rispetto alla precedente rilevazione. Nel dettaglio, l´impennata del prezzo della benzina (+4,6%) ha controbilanciato un sostanziale declino nelle altre componenti dell´economia a stelle e strisce. Sotto le stime anche i dati relativi l’avvio di nuovi cantieri edili, a 519 mila, ed i nuovi permessi di costruzione, a 550 mila.

Stabile la sterlina, che nel cable quota 1,5927 dollari e contro euro scambia a 0,8495. Dal Regno Unito arrivati i dati relativi la disoccupazione di ottobre, che si è confermata al 4,5%, con il numero dei senza lavoro che è invece diminuito di 3.700 unità, prima flessione dallo scorso luglio. Gli analisti avevano pronosticato una crescita di 5 mila unità.

I verbali dell’ultima riunione della Banca centrale del 3-4 novembre hanno invece evidenziato, com’era prevedibile, una spaccatura tra i membri del Comitato di Politica monetaria. Su nove membri, sette hanno votato per la conferma del costo del denaro allo 0,5% e per il mantenimento del piano di acquisto asset da 200 mld di sterline; la “colomba” Adam Posen ha chiesto che il quantitative easing d’Oltremanica sia incrementato di 50 mld di sterline mentre il “falco” Andrew Sentance si è detto favorevole ad un innalzamento del costo del denaro allo 0,75%. Il governatore Mervyn King ieri sera ha fatto capire di essere favorevole a un ulteriore riacquisto degli asset in futuro.

Dopo una mattinata con pochi spunti, in ripresa il dollaro australiano, a 1,3787 nell’euraud ed a 0,9814 dollari. Nella prima parte nonostante l’indice che misura l’andamento delle retribuzioni abbia fatto registrare una crescita dell’1,1%, la maggiore in quasi due anni, l’aussie era risultato penalizzato dal ritorno dell’avversione al rischio, in scia della situazione debitoria della periferia di Eurolandia e delle misure restrittive cinesi, primo partner commerciale dell’Australia. Choe sottolinea che gli operatori hanno paura che la Cina approvi “misure fin troppo austere, che potrebbero ripercuotersi sui prezzi delle materie prime e quindi pesare sul dollaro australiano. In questo contesto, appare ovvio che almeno nel breve termine permanga sui mercati un’elevata avversione al rischio”.