D. Choe: il dollaro è destinato a scendere se gli investitori credono nel Quantitative Easing 2
Euro in grande spolvero sul valutario. Il successo, o comunque la buona accoglienza, delle aste dei Paesi periferici ha stemperato le tensioni che negli ultimi giorni erano tornate prepotentemente alla ribalta. Ieri era stata la volta di Grecia (bond per 300 mln a 3 mesi al 3,975%), Irlanda (titoli a 4 e 8 anni al 4,76% ed al 6,02%,) e Spagna (7,04 miliardi a 12 e 18 mesi, all’1,908% ed al 2,140%), oggi invece è stato il turno del Portogallo, che ha allocato titoli per 750 mln di euro.
Nonostante la crescita dei rendimenti, con il bond a 4 anni al 4,695% (dal 3,621% precedente) e quello decennale al 6,242% (dal 5,312%), gli operatori sono risultati soddisfatti dall’ammontare delle richieste, che hanno superato l’offerta di 3,5 volte nel primo caso e 4,9 volte nel secondo. Indicazioni che insieme all’apertura della Federal Reserve ad una nuova fase di allentamento quantitativo stanno permettendo alla moneta unica di guadagnare lo 0,67% contro il dollaro a 1,3371. Nel corso della prima parte l’incrocio si è anche portato a ridosso di 1,34 (1,3395).
Come rileva David Choe di IG Markets “fino a quando gli investitori continuano a speculare sul fatto che una qualche forma di alleggerimento sarà attuata, il dollaro statunitense rischia di rallentare a vantaggio dell’euro. Gli analisti tecnici indicano il superamento di EUR / USD della sua media mobile di 200 giorni a 1,3220 dollari, il che significa la possibilità di un ulteriore allungo della coppia di valute”.
Choe poi rileva come la moneta unica stia guadagnando terreno anche contro la sterlina (eur/gbp a 0,8550, +0,65%), nonostante il calo del 2,4% registrato dai nuovi ordini industriali nell’Eurozona a luglio. “Ciò potrebbe indicare il timore degli investitori che un ulteriore allentamento quantitativo negli Stati Uniti o nel Regno Unito indebolisca le rispettive valute, mentre l’UE non ha dato alcuna indicazione di un possibile allentamento”.
Nelle minute della Banca di Inghilterra è evidenziata l’attuale incertezza che circonda i prezzi. Come sottolinea Choe “la banca centrale non è sicura della direzione che l’inflazione prenderà nel medio termine. Si parla di rischi di inflazione sia al rialzo che al ribasso”. La sterlina ha trovato qualche supporto dopo che la Confederation of British Industry (CBI) ha comunicato le prospettive di crescita per il 2010 per il Regno Unito. La CBI si attende ora una crescita a 1,6% nel 2010, rispetto all’1,3% previsto a giugno. Il cable, il cambio sterlina/dollaro quota sostanzialmente stabile a 1,5638.
Alla situazione descritta dalla Fed fa da contraltare quella australiana (aud/usd a 0,9557), dove la Reserve Bank of Australia si trova di fronte un’economia con l’inflazione a livello target e la disoccupazione già a bassi livelli. Per Choe “con il forte sell-off del dollaro statunitense, vista la prospettiva di un ulteriore allentamento quantitativo, la coppia AUD / USD potrebbe toccare il suo massimo storico a 0,9851 dollari, già raggiunto nel 2008”.